«Così sopravvivo nella ‘giungla’ dei prezzi»

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Luciano Ragazzi, barbiere per passione da quasi mezzo secolo?

«Passione smisurata. Sono in pensione da ormai tredici anni, dal 2006, eppure continuo il mestiere, e fino a quando la salute me lo permette. A onor del vero lavoro un po’ meno, perché a 70 anni non ho più l’energia di un tempo, ma comunque tutti i giorni apro bottega, e inoltre insegno all’Accademia nazionale degli acconciatori misti (Anam), oggi diventata ‘Face’. Mi piace insegnare ai ragazzi, è davvero entusiasmante. In questo momento sto aspettando un piccolo cliente, un ragazzino di 12 anni. Gli anziani vengono sempre meno, i giovani e i bambini, invece, sono clienti fissi».

I pensionati disertano la sua bottega, perché?

«Semplice. Le pensioni sono basse, e i pensionati, per risparmiare, vanno dai ‘barber shop’ cinesi, pakistani, marocchini che per il taglio prendono 7-8 euro, io ne prendo 15. Ma li capisco, forse farei così anch’io in tempo di crisi, certo che l’arte non s’improvvisa. Io feci la scuola da ragazzo, e sono acconciatore professionista».

Quando ha iniziato l’attività?

«Ho aperto negozio il 2 settembre ’75, avevo 20 anni. Mesi prima comprai la licenza e dopo alcuni anni di apprendistato, e aver frequentato la scuola a Modena realizzai finalmente il mio sogno di aprire una attività tutta mia».

C’è molta concorrenza nel settore?

«Direi di sì. A parte i barbieri etnici, anche nei centri commerciali spuntano parrucchieri che fanno prezzi stracciati. Oggi c’è concorrenza in ogni settore. I giovani, però, sono molto attenti alla moda e quindi preferiscono professionisti della forbice anche se a onor del vero vogliono essere rasati con la macchinetta. Non faccio più tagli classici, se non di rado. Da quando poi va di moda la barba…».

La fa ancora col metodo tradizionale?

«Certo, con le forbici, non si potrebbe fare altrimenti, ma è complicato e occorre fare molta attenzione. Premetto che a creare la moda dei capelli rasati e della barba folta sono stati i calciatori, e per fortuna che le mode passano velocemente. Spero di tornare presto ai tagli classici, i più belli, i più eleganti».

Signor Ragazzi, è per caso parente di Cesare Ragazzi, il ‘guaritore’ dei calvi?

«No, no (sorride, ndr), non siamo parenti nemmeno alla lontana. Complimenti però a ‘Cesare’, ha avuto il merito di aver allargato il giro della nostra clientela. Troppi calvi non fanno per noi».

Il premio Cna cosa significa per lei?

«Mi riempie il cuore di soddisfazione, e sono davvero grato a Cna».

v. bru.