Modena, un figlio dei Covezzi: "Voglio conoscere i miei fratelli"

Appello al vescovo di un figlio dei Covezzi, indagati per pedofilia e poi assolti

Delfino e Lorena Covezzi, assolti dall'accusa di pedofilia (foto Schicchi)

Delfino e Lorena Covezzi, assolti dall'accusa di pedofilia (foto Schicchi)

Modena, 15 febbraio 2017 -  Affida il grande desiderio di conoscere i suoi quattro fratelli, visti solo in foto, e ‘raccontati’ dai genitori, al vescovo di Modena Erio Castellucci. Lui si chiama Stefano Covezzi, ha 17 anni e vive in Francia, dove frequenta il liceo scientifico di Lorgues, è scout e chierichetto nella parrocchia di Salernes. Nei giorni scorsi ha scritto una toccante lettera al prelato spiegando la sua dolorosa storia familiare. «I miei genitori sono nati a Modena, io in esilio in Provenza. Le chiedo un favore monsignor Erio: può aiutarmi a incontrare i miei fratelli, allontanati da casa un freddo mattino del ’98 insieme ad altri sedici bambini della Bassa modenese?».

E’ in quell'anno, infatti, che nelle terre oggi terremotate scoppiò la vicenda pedofili. Lorena e Delfino Covezzi, i genitori di Paolo, Enrico, Valeria, Agnese, fratelli oggi maggiorenni di Stefano, vennero accusati di non aver vigilato sui quattro figli, e solo un anno dopo di abusi. Nella vicenda finì coinvolto anche un sacerdote, don Giorgio Govoni, accusato di celebrare filmini pedosatanici al cimitero di Massa Finalese, nel Modenese, poi assolto post mortem. Lorena, per timore che il quinto figlio che portava in grembo, Stefano appunto, le venisse sottratto dai servizi sociali scappò in Provenza, dove tuttora vive. Dei quattro figli, allontanati da casa in tenerà età (3,8, 9, 11 anni) e dati in affido a quattro differenti famiglie del Reggiano, i coniugi Covezzi hanno sempre avuto notizie frammentarie. «Per noi è un dolore infinito, i nostri figli non vogliono più vederci, qualcuno ci ha descritti come mostri, ecco la ragione» _ dichiarò Delfino Covezzi pochi mesi prima di morire, a 54 anni. Dei quattro figli nessuno presenziò al funerale.

«Il mio caro papà _ scrive Stefano nella lettera al Vescovo _ dopo 16 anni di processi non ha visto la definitiva assoluzione, perché un infarto me l’ha portato via l’8 agosto 2013, nella festa di San Domenico».

SOLO nel 2014, infatti, dopo sedici anni di calvario giudiziario, la Cassazione, in nome del popolo italiano, mise la parola fine sulla vicenda dei coniugi Covezzi, vittime innocenti di un clamoroso errore giudiziario. «Una vita distrutta la nostra, ma abbiamo fede profonda nel Signore ci aiuta ad andare avanti e a sperare» hanno sempre dichiarato i coniugi.

Nemmeno l’assoluzione cambiò, però, il punto di vista dei figli. «Malgrado le assoluzioni, nessuno vuole tornare a casa e peggio, i miei fratelli non vogliono neppure conoscermi. Io non c’ entro nulla, ma soffro di questo loro silenzio, e malgrado cerchi di contattarli con lettere, regali, auguri… nulla!»_ si legge in un altro passaggio commovente della lettera. Oggi, la speranza è affidata al vescovo di Modena, e successivamente a quello di Reggio.

E’ stato il senatore Carlo Giovanardi, fin dall’inizio della vicenda giudiziaria vicino ai genitori, a consigliare a Lorena e al figlio Stefano di contattare il Vescovo di Modena, «l’unico in grado di poter mettere il lieto fine a questa drammatica storia».