Covid, i ricoveri continuano a crescere L’Ausl aumenta i posti letto dedicati

Saranno 20 in più a Carpi, sono saliti a 30 quelli disponibili a Sassuolo. Altri 8 sono stati attivati a Mirandola, a Pavullo 40 per i post-acuti

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di Paolo Tomassone

"Per quanto possibile si cerca di anticipare gli avvenimenti: tutti i giorni guardiamo i dati e cerchiamo di capire quello che succederà nei prossimi sette giorni. Ma lo scenario ci cambia sotto gli occhi da un’ora all’altra. Continuiamo a correre questa maratona, ma dopo due anni con questo ritmo viene a mancare anche il respiro". I medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari tirano il gruppo a suon di turni massacranti, senza sosta. Per Silvio Di Tella, direttore del Presidio ospedaliero dell’Ausl, la maratona consiste nel riorganizzare ogni settimana i nosocomi della provincia, per riuscire a rispondere alle richieste sempre più crescenti di posti letti. Sia per malati di Covid, che per degenti non colpiti dal virus. Reparti riconvertiti, camere riordinate e interventi sospesi: "anche se da due anni lavoriamo in flessibilità assoluta, i nostri contenitori sono rigidi e se dobbiamo trovare spazi da dedicare a pazienti Covid, inevitabilmente siamo costretti a sacrificare posti o servizi di altri reparti".

Aumentano ancora i contagi con la diffusione della variante Omicron e cresce, rispetto alle scorse settimane, il numero di chi necessita delle cure ospedaliere. Il conto – parziale e in continuo divenire – l’ha fatto ieri l’Ausl che per supportare gli ospedali hub dell’Azienda ospedaliero-universitaria ha aggiunto posti negli ospedali di tutta la provincia. Sono saliti da 10 a 14 i posti letto dedicati ai pazienti Covid al Ramazzini di Carpi, a cui si aggiungeranno nei prossimi giorni ulteriori 20 posti, in procinto di attivazione, presso il reparto di Medicina interna; 8 i posti letto Covid aperti lo scorso 6 gennaio presso l’Ospedale di Vignola, mentre sono saliti a 30 quelli disponibili a Sassuolo. Un’ulteriore attivazione di 8 posti letto è in corso all’Ospedale di Mirandola, presso il reparto di Pneumologia. A questi si aggiungono i 14 di Pavullo già attivati in precedenza e i 40 posti post-acuzie disponibili per pazienti positivi presso la struttura Villa Pineta di Gaiato di Pavullo. Nelle prime tre ondate di Covid si sono contati tra i 500 e i 600 ricoveri di pazienti positivi. Oggi i contagiati negli ospedali non superano le 300 unità. "Rispetto ai primi mesi della pandemia il malato non Covid è molto rappresentato nella nostra rete ospedaliera, in particolare in questi mesi dell’anno, in inverno, quando gli ospedali sono sempre andati in affanno – spiega Di Tella –. Per fare un esempio: i Pronto soccorso due anni fa erano quasi inibiti e ora sono tornati ad essere frequentati da un numero sempre più alto di cittadini, tanto che si è tornati al livello del 2019".

Per questo si lavora ininterrottamente per riorganizzare reparti e sono state sospese le attività chirurgiche. Così come avviene anche nelle strutture delle altre province dell’Emilia-Romagna. "Stiamo ospitando malati di altre province, in particolare Reggio Emilia, a seconda delle esigenze e delle urgenze – continua –. Per fortuna possiamo contare su un lavoro coordinato a livello territoriale e regionale". A questo quadro si sovrappone un altro problema, che riguarda il diffondersi del contagio tra gli operatori sanitari e la carenza di personale medico e infermieristico. "Di fronte alle esigenze dei pazienti non ci siamo mai voltati indietro – assicura il direttore della struttura che sovrintende i quattro ospedali Ausl – e da ormai due anni siamo costretti a continue rimodulazioni e cambi organizzativi: la stanchezza è enorme".