Modena: vaccini anti Covid ai parenti, Arcuri: "Immorale". Indagini dei Nas

I carabinieri all'ospedale di Baggiovara dopo la somministrazione non consentita. L'assessore regionale Donini: "I margini di errore vanno ridotti a zero". L'Ausl si scusa

Vaccino anti Covid ai parenti degli operatori sanitari, indagini dei Nas

Vaccino anti Covid ai parenti degli operatori sanitari, indagini dei Nas

Modena, 7 gennaio 2021 - I carabinieri del Nas di Parma hanno dato il via ad indagini in merito alle dosi avanzate di vaccino Pfizer-Biontech che all'ospedale di Baggiovara sarebbero state somministrate a parenti di operatori sanitari lo scorso 5 gennaio, nell'impossibilità di reperire nell'immediato altri medici o appartenenti a categorie che in questa fase ne hanno diritto. Parenti che, non appartenendo alle categorie scelte per questa prima fase, non avevano il diritto di ricevere la vaccinazione.

L’Ausl si è scusata ha già annunciato che aprirà un’istruttoria: "Quanto avvenuto non risponde ad alcuna direttiva o indicazione fornita dall’Azienda - spiega proprio l’Ausl -. Consapevole della gravità dell’errore commesso, e dell’impatto che ciò può generare sulla popolazione che attende il vaccino" l’Ausl "si scusa con tutti i cittadini – dichiara l’azienda sanitaria – e si impegna a garantire la massima trasparenza, così come è stato fatto fin dall’inizio, nelle procedure di somministrazione e utilizzo del vaccino".

All'ospedale di Baggiovara, punto unico vaccinale per l'Ausl di Modena, le postazioni vaccinali sono 10 e contemporaneamente aprono e diluiscono i flaconi di siero (ogni fiala contiene sei dosi). Il pomeriggio di somministrazioni di martedì 5 gennaio era stato molto intenso e a fine giornata, alle 21 circa, ci si ritrova con 11 dosi non somministrate. Capita che ci sia un avanzo, seppur minimo, perché chi si è prenotato può avere un impedimento last minute.

Dal momento che le dosi diluite hanno una 'vita' di 6 ore, per non sprecarle la procedura indicata dalla Ausl è di contattare operatori sanitari che hanno dato la disponibilità ad essere vaccinati, persone già presenti in ospedale oppure già prenotate in altre giornate. Cinque persone vengono trovate facilmente con telefonate ai reparti, mentre per altre sei si è in difficoltà.

Di qui l'idea di ricorrere a parenti e conoscenti anche se non tra gli aventi diritto (operatori sanitari, personale e degenti Rsa). Un gesto fatto talmente in buona fede che un volontario che ha contattato le figlie ha anche condiviso le foto sui social.

Per la Ausl si è trattato di una decisione "in autonomia" di alcuni lavoratori nel punto vaccinale. Venuti a conoscenza del fatto gli altri professionisti presenti hanno informato responsabile e direzione che hanno ordinato di bloccare tale iniziativa ma le dosi ormai erano state inoculate. A quel punto l'Ausl ha avviato un'indagine interna e anche i carabinieri dei Nas hanno fatto un sopralluogo per chiarire ogni aspetto.

La dottoressa Silvana Borsari, referente unico per la campagna vaccinale anti-Sars-CoV-2 per la provincia di Modena, ha parlato di un "episodio spiacevole", "sicuramente un errore che non si ripeterà", ma "accaduto in assoluta buona fede" nella pressione e consapevolezza di non "poter sprecare nemmeno una dose di questo prezioso vaccino». I protocolli sono stati già rafforzati per evitare che l'errore possa ripetersi. 

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Arcuri: "Reato contro la salute"

"C'è un reato supremo di cui non deve occuparsi per forza il codice penale, è il reato contro la salute e la morale". Così il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri in conferenza stampa, commentando la vicenda di alcuni operatori sanitari che a Modena hanno vaccinato i propri parenti.

Donini: "Margini di errore vanno ridotti a zero"

Sul caso è intervenuto l'assessore alla Sanità dell' Emilia-Romagna, Raffaele Donini: "Per la campagna vaccinale in corso non possiamo permetterci nessun comportamento che non sia adeguato alla situazione. I margini di errore, anche qualora fossero in buona fede, vanno assolutamente ridotti a zero". 

"Abbiamo definito insieme alle aziende sanitarie - prosegue - procedure chiare per l'intera gestione della campagna, compresa quella delle eventuali dosi rimaste. Dunque, bene ha fatto l'Azienda Usl di Modena ad avviare subito una verifica interna su quanto accaduto all'Ospedale di Baggiovara con le sei dosi di vaccino rimaste al termine della giornata e utilizzate in modo non conforme alle linee di indirizzo e che prenda i provvedimenti necessari".

"In Emilia- Romagna - prosegue l'assessore - la campagna vaccinale sta procedendo a un ritmo fra i più alti in Italia. Che intensificheremo ulteriormente dopo aver completato questa prima fase dedicata al personale sanitario, agli operatori e ai degenti delle Cra. L'obiettivo è infatti quello di completare la copertura vaccinale della popolazione entro settembre 2021, ovviamente disponendo delle dosi previste e necessarie. Un'operazione di salute pubblica, che sta vedendo ancora una volta la sanità regionale dare grande prova di sé, anche con l'apporto di professionisti che volontariamente si mettono a disposizione e che non smetteremo mai di ringraziare".

Secondo Silvia Piccinini, capogruppo M5S Emilia Romagna, non sarebbe la prima volta che quanto successo a Baggiovara accade e per questo aveva chiesto alla Regione di "intervenire e fare chiarezza al più presto".

"Si tratta di un episodio di una gravità inaudita. La campagna di vaccinazione richiederà mesi e proprio da questa dipende in gran parte la fine dell'incubo della pandemia. Non possiamo permetterci che la nostra sanità compia errori grossolani quali l'errato conteggio delle persone da convocare giornalmente. I sanitari si giustificano dicendo che le dosi avanzate sarebbero andate buttate: questo non può accadere",  le parole del consigliere della Lega Emilia-Romagna Stefano Bargi.