Crac banca Tercas, assoluzione per Samorì

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"Il commissario di Banca Tercas, i consulenti della Banca d’Italia e la Procura di Roma hanno preso un abbaglio. Ero certo dell’assoluzione. Hanno scambiato un acquisto di azioni per atti simulati con i quali avrei ottenuto profitti ai danni dell’istituto di credito". Con queste parole l’avvocato modenese Gianpiero Samorì commenta l’assoluzione "perché il fatto non sussiste" nell’ambito del processo sul crac della Cassa di Risparmio di Teramo (Tercas). "In pratica – aggiunge – ciò di cui mi hanno accusato non è mai esistito". A sette anni dall’inchiesta, dunque, per il noto avvocato modenese è arrivata l’assoluzione.

Il processo davanti alla nona sezione collegiale di Roma si è concluso ieri mattina con 4 condanne e 10 assoluzioni, tra le quali quella di Samorì. Il tribunale ha inflitto 4 anni e 7 mesi per bancarotta preferenziale all’ex direttore generale della banca, Antonio Di Matteo. Condannato a 3 anni e 10 mesi l’imprenditore Raffaele Di Mario. I giudici hanno fatto cadere l’accusa di associazione per delinquere aggravata dalla trans nazionalità. Il rinvio a giudizio risale al 2015. I reati contestati dalla Procura capitolina andavano dall’associazione per delinquere, appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta e riciclaggio nonché ostacolo all’autorità di vigilanza. "Non ho mai partecipato ad alcuna associazione a delinquere finalizzata a danneggiare il patrimonio di Banca Tercas, del resto era già chiaro quando nel 2014 ottenni il dissequestro dei beni".