Crac Castelfrigo, l’asta va deserta

Si complica il salvataggio dell’azienda: il ricorso dei 70 licenziati, già respinto, ha spaventato gli acquirenti

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Il giudice ci ha messo ventiquattr’ore ore a respingere il ricorso depositato martedì dai 70 licenziati prima dalle coop in appalto presso la Castelfrigo, poi dal curatore fallimentare dopo il crac formalizzato a settembre. Un tempo record per stabilire che un eventuale compratore dello stabilimento non dovrà farsi carico automaticamente di quei lavoratori. E che la curatela ha finora agito secondo le procedure indicate dalle normative.

Ma nelle stesse ore, ieri, è giunta anche un’altra notizia: la prima asta per rilevare l’azienda fallita (il cui prezzo base tocca gli 8 milioni di euro, ndr), fissata proprio per oggi, andrà deserta. Non ci sono state offerte. E le parole dal curatore fallimentare Stefano Zanardi fanno intuire un certo disappunto per l’atteggiamento dei 70 licenziati (già in causa con l’azienda), che dunque avrebbero ’spaventato’ i potenziali acquirenti. «L’ordinanza odierna del giudice – ha detto ieri lo stesso Zanardi – ha confermato la condotta lineare e trasparente adottata dagli organi della procedura, oggetto negli ultimi giorni di una critica pretestuosa e priva di ogni fondamento. E in questa grave situazione di incertezza aziendale venutasi a creare, non sono state depositate offerte per l’acquisto del ramo d’azienda». Verrà ora fissata una seconda asta, prima della scadenza concessa dal Tribunale – il 23 gennaio – per poter vendere , che a sua volta potrebbe anche essere prorogata se ci fossero i presupposti per una trattativa promettente.

«Nel frattempo – ha aggiunto Zanardi – continueremo ad impegnarci al massimo per un solo obiettivo: salvare lo stabilimento e suoi 130 lavoratori».

v. g.