Crac Valli Cimone, esposto contro i Comuni

di WALTER BELLISI

–PAVULLO–

IL LIQUIDATORE sta valutando un esposto alla Corte dei Conti per accertare la responsabilità degli amministratori pubblici sul dissesto del Consorzio Valli del Cimone che nel tempo ha accumulato un passivo di 800 mila euro ai quali vanno sommati i costi di liquidazione.

Si sta profilando un braccio di ferro molto forte su questa vicenda che vede gli enti pubblici consorziati pronti a opporsi ai decreti ingiuntivi, due dei quali sono già partiti dal Tribunale all’indirizzo dei municipi di Sestola e di Montecreto. Gli altri comuni che riceveranno l’ingiunzione a pagare le quote di spettanza sono: Fanano, Frassinoro, Lama Mocogno, Pavullo, Pievepelago, Riolunato, Serramazzoni, e l’Unione del Comuni del Frignano. Giovan Battista Pasini, (nella foto) presidente dell’Unione comuni del Frignano ribadisce la linea confermata nel corso del recente incontro con i sindaci e il loro avvocato e un commercialista incaricato di effettuare la verifica contabile ed economica del Consorzio.

«VOGLIAMO avere un quadro chiaro – dice Pasini – di come il debito si è formato, in quali tempi e da che cosa deriva. Quando arriveranno i decreti ingiuntivi, l’orientamento è di impugnarli. Noi siamo decisissimi a opporci. Dopo il giudice deciderà».

Il liquidatore, Corrado Cavallini, professionista, dottore commercialista revisore legale, ritiene che la richiesta della verifica «sia inopportuna e alquanto tardiva». E chiarisce: «Inopportuna poiché genera ulteriori spese pubbliche (i Comuni dovranno pagare l’attività del professionista designato all’audit) nonché perdita di tempo a carico dell’ufficio del liquidatore, quindi del Consorzio».

«TARDIVA – aggiunge – poiché il debito del Consorzio si è formato negli anni sulla promozione e sulla gestione di iniziative che venivano adottate tramite progetti proprio da quelli stessi enti che ora vogliono accertare il debito che hanno prodotto e che sono (ovviamente) chiamati a coprire. Erano lì e non si sono minimamente occupati di capire che cosa stavano facendo e soprattutto che cosa avvallavano. Il tutto con il malcelato intento di coprire le responsabilità degli enti pubblici e, soprattutto, lo spreco di denaro pubblico».