Criminalità trascinata da furti e riciclaggio

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di Valentina Beltrame

E’ una classifica che va letta al contrario quella che fotografa l’Italia dei reati e stilata dal Sole24Ore: meglio non salire sul podio, quindi, e ’volare bassi’ visto che Milano, al vertice dell’elenco delle province dello Stivale, è anche la città in cui sono stati denunciati più reati: oltre 7mila. Ecco perché della nostra sedicesima posizione su 106 capoluoghi di provincia non c’è di che vantarsi. I modenesi si possono ‘consolare’ considerando che qui il senso civico è altissimo e si denuncia di tutto. Fatto sta che nel 2018 sono stati segnalati all’autorità giudiziaria 31.023 reati, in pratica 4.398 episodi ogni 100mila abitanti. E’ proprio questo ultimo dato - ossia l’incidenza di crimini sulle persone - a fare del Modenese una delle zone in cui si delinque di più, nettamente sopra la media italiana, anche se c’è di buono che nonostante tutto, rispetto all’anno precedente, i reati sono calati del 2,2%. Meno denunce presentate (nel 2017 furono 31,736) ma due piazze perse rispetto alle altre città visto che l’anno scorso eravamo 18esimi.

I furti nelle case si confermano il problema della nostra provincia: siamo quarti a livello nazionale per razzie domestiche con 3.904 denunce presentate, 553 ogni 100mila abitanti. Un ’numerone’, che ci vede dietro solo a Asti, Ravenna e Firenze ma che - se guardiamo in casa nostra - ha un lato positivo: l’anno precedente (eravamo terzi in Italia ) i furti denunciati furono cinquecento in più e il calo registrato da un anno all’altro è dell’11,5%. Un buon passo avanti che però non ci toglie dal pantano della parte alta della classifica e fa di questo odioso reato il primo da combattere. Insieme al riciclaggio e impiego di denaro, altra piaga che ci vede quinti con un più 13% di denunce, dovute alche alla grande quantità di segnalazioni sospette che arrivano dai professionisti modenesi, commercialisti in primis, sempre più attenti al tema soprattutto dopo l’indagine Aemilia. Andiamo peggio dell’anno scorso anche per quanto riguarda estorsioni, usura spaccio di droga, rapine, tutti reati che hanno visto una crescita o addirittura una impennata delle denunce. Le rapine denunciate, ad esempio, nel 2018 sono state 2900 e per quanto riguarda questo reato siamo saliti in 19esima posizione (l’anno scorso eravamo alla 32esima). Stabile la posizione dei furti nei negozi (1237 denunce) e le truffe, in calo scippi (223), furti con destrezza, furti di auto. Da segnalare, l’aumento delle indagini aperte per omicidio volontario (siamo ventesimi con 7 casi nel 2018) e per violenza sessuale. Se l’anno scorso eravamo nella parte bassa (e quindi più virtuosa) della classifica per quanto riguarda stupri e molestie, oggi siamo balzati al 38esimo posto (dall’85esimo).

«Il proliferare di gruppi di cittadini che vogliono aggregarsi nei controlli di vicinato è la conferma che un migliore controllo del territorio diventa un deterrente contro la delinquenza – sostiene Walter Parenti, portavoce del Comitato Villaggio Zeta in una lettera inviata al sindaco Gian Carlo Muzzarelli – Ma i cittadini possono dare una disponibilità nei modi e nei tempi limitati, mentre il controllo del territorio deve essere continuo. Ecco che bisognerebbe creare la figura di Assistenti di polizia locale di quartiere, al fine di realizzare, sotto il comando della Polizia Locale, una presenza attiva sul territorio, aggiuntiva e non sostitutiva a quella della municipale. Questi assistenti, con divisa ben riconoscibile , dovrebbero occuparsi di controllare i percorsi scuola - casa, prostituzione, spaccio di droga, discariche abusive, targhe e potrebbero girare su mezzi elettrici dotati di Gps e secondo determinati turni», conclude Parenti.

«Non abbiamo mai sottovalutato il problema sicurezza e perseveriamo presso tutte le sedi deputate a Roma nella richiesta di maggiori uomini e mezzi – spiega il sindaco Muzzarelli – Così come, da parte nostra e nei limiti delle competenze del Comune, abbiamo messo in campo il massimo impegno per contrastare degrado e microcriminalità. Nonostante lo sforzo delle Forze dell’ordine, della Municipale e dell’amministrazione – basti pensare agli investimenti per videosorveglianza e riqualificazione urbanistica - il numero dei reati a Modena resta alto. Non ci accontentiamo della riduzione. Parlo di reati e non di denunce, perché nella nostra città i reati vengono denunciati, segno a ben guardare della fiducia che la popolazione nutre nei confronti della giustizia. I furti, e in particolare quelli in abitazione, rappresentano un reato odioso che viola la sfera più intima delle persone, continuano ad essere la piaga che colpisce maggiormente una provincia ricca come la nostra. Iniziamo però a registrare una flessione proprio sul fronte dei furti in casa; un miglioramento che leggiamo anche in relazione alla rete sociale e solidale che si consolida attraverso la partecipazione dei cittadini alla sicurezza. L’aumento di reati di riciclaggio – conclude – è l’altra preoccupante faccia della medaglia di una provincia che meglio di altre ha retto ai colpi della crisi economica. Ma d’altra parte, l’alto numero di denunce è anche segno di un tessuto economico fondamentalmente sano che si ribella a certi metodi».