
I lavoratori della Ceramica Opera in presidio ieri mattina fuori lo stabilimento
Ieri un gruppo di lavoratori si è ritrovato davanti ai cancelli dello stabilimento Opera Group a Camposanto per riconfermare la volontà della difesa del proprio posto di lavoro, dopo l’annuncio il 15 maggio scorso da parte del Tribunale di Modena che ha decretato il fallimento della azienda. Senza prospettiva ci sono ora 147 lavoratori, 112 occupati a Camposanto e 35 occupati, invece, nella sede legale e amministrativa di Maranello, cui da sabato scorso è scaduta anche la cassa integrazione straordinaria, i quali si trovano senza stipendio e con numerosi arretrati ancora da percepire.
Ai lavoratori ed ai rappresentanti sindacali, per una situazione definita "drammatica", si sono unite anche le istituzioni, a partire dalla sindaca di Camposanto, Monja Zaniboni, dall’assessore al Lavoro di Maranello, Davide Nostrini, al presidente dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, Claudio Poletti, oltre che ai consiglieri regionali Pd, Gian Carlo Muzzarelli, Carla Ludovica Ferrari e Maria Costi, che si sono anche intrattenuti ad esporre ai lavoratori quali iniziative verranno assunte.
"Purtroppo – spiega Fulvio Bonvicini, sindacalista della Uil – i lavoratori devono ancora riscuotere le tredicesime del 2023 e del 2024 e le mensilità di marzo e aprile, il cui pagamento come ha detto il curatore fallimentare sarà a carico del fallimento e, quindi, verranno riscosse solo dopo un eventuale piano di riparto. Tutti poi attendono il pagamento da parte di Inps della cassa integrazione".
Opera Group, presente dal 2004, da tempo versava in condizioni di difficoltà finanziaria, tanto che le banche avevano chiuso i rubinetti.
"Per questo – dice la sindaca di Camposanto, Monja Zaniboni - non siamo rimasti sopresi, anche se col concordato speravamo potesse esserci una ripresa. La notizia, però, del fallimento ci ha messo in una condizione preoccupante".
"A questo punto – riflette Nostrini - dobbiamo pensare alle famiglie e ai lavoratori. Insieme all’amministrazione di Camposanto e alle altre istituzioni, enti e Regione dobbiamo esperire se c’è una minima possibilità di un altro imprenditore che rilevi l’attività; in secondo luogo dobbiamo premere sui tavoli necessari per gli ottenere gli ammortizzatori sociali; il terzo passaggio è la possibilità di essere come istituzioni parte integrante per il ricollocamento insieme ai centri per l’impiego e alla rete degli imprenditori sul territorio delle figure che rimangono senza lavoro". Di questo e delle prospettive di continuità del sito produttivo si discuterà nell’incontro già convocato in Regione il prossimo 4 giugno.
Alberto Greco