Coppie in crisi e genitori ansiosi: è boom dopo il Covid

Lo psicoterapeuta Cristiano Grandi: "Pazienti aumentati del 40%. Ansia e depressione amplificati"

Litigio (foto McPhoto/Leitner / Alamy)

Litigio (foto McPhoto/Leitner / Alamy)

Modena, 15 gennaio 2020 - Un aumento mai visto prima di persone che chiedono un aiuto psicologico. E’ uno dei tanti effetti nefasti del Covid. Cristiano Grandi, psicologo e psicoterapeuta, sta toccando con mano questa nuova realtà, basandosi sui numeri nudi e crudi dei pazienti che gli chiedono un appuntamento. Non a caso, sul suo sito cristianograndi.com, nella lista dei distrubi trattati adesso compare anche la dicitura "disturbi Covid correlati".

Cristiano Grandi, psicologo e psicoterapeuta
Cristiano Grandi, psicologo e psicoterapeuta

Dottor Grandi, quanto è aumentato l’afflusso di pazienti? "Da giugno siamo sull’ordine del più 30-40%". Quali sono le tipologie di pazienti più ricorrenti? "Vedo molte persone che soffrono di disturbi di tipo ansioso. Persone che ne erano già afflitti, oppure che si trovavano in posizione border line, hanno visto amplificato il loro disturbo a causa della pandemia". Qual è un caso tipico? "Chi soffriva di vari tipi di paure, dall’agoràfobia all’attacco di panico, in un primo momento si è sentito quasi rassicurato: il lockdown ha assecondato il loro istinto, quello di chiudersi in casa e non affrontare le proprie paure. Poi però arriva il giorno in cui devi tornare a uscire. E a quel punto si scopre che le paure sono state amplificate ed è più difficile superarle". Ma ci sono anche persone che hanno scoperto di avere disturbi d’ansia nel periodo della pandemia? "Sì, quelli che si dfeniscono ‘ottimi ossessivi’. Sono persone molto efficienti sul lavoro, rigorose, che non si risparmiano. Il loro limite è che vogliono avere il controllo completo di tutto. Caratteristiche che, tra l’altro, spesso li portano a carriere lavorative di successo". A queste persone cosa capita? "Nel momento in cui si rendono conto che c’è qualcosa di più forte e più grande di loro, come appunto l’epidemia, che non possono tenere sotto controllo, vanno in crisi". La depressione invece che meccanismi segue? "Anche in questo caso parliamo di persone che soffrivano già di questa malattia, oppure che ce l’avevano in forma latente. E’ ovvio che in un periodo in cui in tanti prospettano un futuro incerto, senza vie d’uscita, il depresso peggiora. Il depresso già di suo tende a vedere un futuro nero, se poi si trova in un contesto in cui la previsione pessimistica è diffusa, non può che vedere aumentata la propria sofferenza". Si parla anche di crisi di coppia "Sì. C’erano coppie che, vedendosi un’oretta al giorno, pensavano di farla franca: l’intesa ormai era sparita, ma mancavano le occasioni di confronto e di contrasto. Si viveva già in un clima di solitudini affiancate. L’essere costretti, dal lockdown o dallo smart working, a vivere tanto tempo a contatto, ha fatto emergere i dissapori". Vengono genitori di adolescenti in crisi? "Certo. E devo dire che l’adolescente ha tanti motivi per vivere male questo periodo: la relazione con i coetanei è fondamentale per crescere in salute". Che consiglio da? "Di perdonare un minimo da sana reazione ribelle o rabbiosa. E’ molto più pericolosa l’assuefazione a una vita ritirata e in solitudine, perché quando si tornerà alla vita normale potranno nascere delle grosse difficoltà". Quindi? "Cercare, nel rispetto delle norme, di continuare la propria vita di relazione. Fare due passi con gli amici, all’aperto e tenendo la mascherina, si può fare e fa bene alla salute mentale". Se no scattano le maxi risse? "Anche. In questo tipo di episodi incide sia lo spirito di emulazione, alimentato dai social, che la rabbia e la frustrazione repressa. E’ uno dei tanti motivi per cui è auspicabile riaprire le scuole al più presto".