Cure Covid, immunologo di Modena: "Non fidatevi del farmaco brasiliano"

Cossarizza sull’importazione del medicinale non autorizzato: "Seguire solo le terapie ufficiali. L'unica azione fondamentale resta vaccinarsi"

L'immunologo di UniMoRe Andrea Cossarizza

L'immunologo di UniMoRe Andrea Cossarizza

Modena, 20 agosto 2021 - "Ci sono regole da seguire e tutti devono attenersi alle norme: non si possono utilizzare prodotti di natura farmacologica non approvati in Italia e, di conseguenza, non autorizzati perchè ciò comporta comunque un rischio". L’immunologo di Unimore Andrea Cossarizza interviene sulla diffusione di cure alternative ai vaccini per contrastare il Covid, tra cui un prodotto brasiliano venduto ai pazienti da un ex professore ora in pensione. Nei confronti del medico modenese - firmatario di diverse pubblicazioni relative al prodotto e che ha presentato ricorso al Tar contro il Ministero per la non ammissione all’importazione – l’ordine dei medici ha aperto un procedimento disciplinare.

L'immunologo di UniMoRe Andrea Cossarizza
L'immunologo di UniMoRe Andrea Cossarizza

"Un prodotto non testato e non scientificamente validato corre il rischio di mettere in moto meccanismi e risposte immunitarie che giocano dalla parte del virus – sottolinea Cossarizza – Molti dei danni dell’infezione a cui assistiamo derivano proprio dall’eccessiva risposta immunitaria innata dell’organismo, tanto è vero che un farmaco entrato nelle linee guida americane (e a breve in quelle europee), e che ha salvato la vita di centinaia di persone, blocca proprio la risposta immunitaria innata. Parlo del Tocilizumab – spiega ancora l’immunologo –: Modena è stata tra i primissimi al mondo ad usare questo farmaco a partire dal marzo dello scorso anno, e gli studi hanno dimostrato come, se usato in una particolare fase d’infezione, riduca la mortalità fino all’80 per cento. Affidarsi alle cure di persone che propinano molecole o sostanze non validate, non riconosciute e non ammesse dall’Aifa, e soprattutto che dovrebbero stimolare la risposta immunitaria innata probabilmente non è una grande idea. Io non lo farei".

Cossarizza interviene poi sulla situazione contagi. "Il numero dei ’no vax’ nelle terapie intensive di tutta Italia è clamorosamente superiore rispetto a quello dei pazienti vaccinati. Va notato che chi ha ricevuto il vaccino ed è stato ricoverato appartiene alla fascia delle persone fragili, in primo luogo gli anziani, che hanno delle difese immunitarie più deboli: ecco perché si parla di organizzare una terza dose; prima però è bene finire di vaccinare tutti. Per quanto riguarda l’andamento dei contagi (qui l'ultimo bollettino regionale) sicuramente il fatto che ci siano assembramenti del tutto sbagliati – vediamo il raduno a Viterbo, per esempio o le resse in qualche locale abusivo – sicuramente rappresenta un problema: la pandemia non è finita e occorre tenere alta l’attenzione. In Sicilia e Sardegna si va verso il giallo e più il virus circola – sottolinea – più si formano varianti. Fino a che sono controllate dal vaccino va ancora bene, ma se insorgono varianti che sfuggono alla risposta immunitaria indotta dai vaccini attuali è un problema. Per esempio – conclude Cossarizza - contro la variante Delta la protezione è buona per quanto riguarda il contagio e ottima per il fatto che non fa contrarre una malattia severa. Vaccinarsi, quindi, resta fondamentale. Una persona vaccinata, anche se contrae il virus, è molto poco infettante e spesso del tutto asin tomatica".

Intanto il bollettino sui contagi di ieri riportava 95 nuovi casi Covid, 5 ricoveri e il decesso di un uomo di 83 anni di Carpi. In 67 hanno eseguito il tampone per presenza di sintomi. Si aggiungono 102 nuovi guariti. A ieri sono state somministrate 875.624 dosi di vaccino, di cui 486.377 prime dosi e 389.247 seconde dosi.

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