Dal d’Orsay a Frassinoro per l’arte di Tazzioli

La visita del curatore del museo parigino per ammirare le opere in marmo. Lo scultore: "Un piacere incontrarlo, è rimasto molto colpito"

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di Maria Silvia Cabri

Il fascino dell’arte italiana e la preziosità del marmo: è stata sicuramente una visita speciale quella che nei giorni scorsi François Blanchetière, esperto di scultura e curatore del Museo d’Orsay a Parigi, e già curatore del Museo Roden, ha fatto allo scultore Dario Tazzioli, nella sua Frassinoro. Un incontro che si preannuncia prolifico di future collaborazioni parigine.

Dario come è nata questa visita?

"Un amico comune di Firenze, della New York University, mi aveva accennato che François Blanchetière era in Italia con la famiglia, per visitare alcuni musei dedicati alla scultura. Ho accolto con molto piacere l’invito a conoscerlo e fargli vedere le mie opere e il mio modo di lavorare. Li ho attesi davanti alla chiesa medioevale, dove è collocata la mia ‘Pietà di Frassinoro’ (inaugurata nel 2014 e generata da un blocco di marmo di 8 tonnellate). Ho illustrato la storia del paese e delle opere custodite nella chiesa come i capitelli romanici. Poi li ho portati nel mio laboratorio".

Qual è stata l’impressione del direttore del Museo d’Orsay?

"È rimasto molto colpito, manifestando interesse sia per le opere che per il mio metodo di lavorare. Ha scattato molte foto, dei particolari, dettagli, lavorazioni e texture delle opere. Ci siamo scambiati i contatti e mi ha invitato a Parigi; appena mi sarà possibile con il lavoro sicuramente andrò a trovarlo". Cos’ha di particolare il suo modo di lavorare?

"Curo personalmente tutte le fasi della lavorazione, dal disegnobozzetto iniziale fino alle ultime finiture. Potrebbe apparire scontato, invece spesso gli artisti non eseguono completamente i lavori ma affidano alcuni passaggi ad artigiani esperti". Com’è nata la sua passione per l’arte?

"Fin da bambino mi affascina l’archeologia ma al tempo stesso oltre al passato avevo un occhio rivolto al futuro per fare qualcosa di nuovo. A 15 anni ho appreso i primi rudimenti dell’arte scultorea della lavorazione della pietra grazie ad un anziano scalpellino del mio paese di residenza. Ho poi studiato all’Accademia di Belle Arti di Carrara, sempre proseguendo la mia ricerca personale".

Che strumenti usa?

"Quelli che io stesso creo nel mio laboratorio".

A cosa sta lavorando adesso? "A una scultura a grandezza naturale di Sant’Anselmo, fondatore dell’abbazia di Nonantola e che sarà inaugurata il 14 settembre".