VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Daniela, lo sfogo della madre: “Molto riservata, ma prudente. Io non l’ho mai abbandonata”

La donna parla per la prima volta: “Sofferenza enorme, speriamo di riabbracciarla presto. Il 18 settembre ci siamo sentite, e anche la mattina dopo. Mai vista con persone sospette”

La madre di Daniela Ruggi (in foto): “Era serena e felice, problemi iniziati dopo che ha perso il lavoro sul bus scolastico”

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Modena, 8 dicembre 2024 – “L’unico nostro desiderio è poter presto riabbracciare Daniela. Nessuno sa cosa voglia dire per una mamma non avere alcuna notizia della propria figlia che mai ho abbandonato. Quello che chiediamo è soltanto rispetto, rispetto del nostro silenzio legato a una sofferenza troppo grande da poter spiegare a parole”.

Per la prima volta e su queste pagine la mamma di Daniela Ruggi parla pubblicamente e lo fa supportata dai propri legali, gli avvocati Guido Sola ed Elena Lenzini. Lo fa per un solo motivo: far capire quanto sia grande la sofferenza dal giorno della scomparsa della figlia e quanto sia profonda la speranza che possa essere ritrovata presto sana e salva.

Domenico Lanza, 67 anni, detto lo ’sceriffo’ è indagato per sequestro di persona
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La volontà di M.B. è anche quella di chiarire la posizione della propria famiglia sulla quale, in questi giorni in paese, sono trapelate voci e ipotesi non sempre lusinghiere. “Quando vivevamo a Vitriola, vivevamo tutti insieme nella casa in centro storico. Quando, per ragioni familiari, mi sono dovuta trasferire a Prignano, nella casa dei miei genitori, Daniela ha deciso di rimanere a vivere a Vitriola anche perché li prestava servizio civile – sottolinea la donna –. In questi dieci anni circa, ci siamo sempre frequentati e aiutati vicendevolmente. Anche se devo dire che Daniela è una persona estremamente riservata che tiene particolarmente alla propria privacy. Privacy che noi, giustamente, abbiamo sempre rispettato anche perché Daniela si diceva – e appariva – serena e felice soprattutto dopo che aveva trovato lavoro come assistente sul pulmino che accompagnava i bambini a scuola”.

I problemi, “se problemi vi sono stati, sono iniziati quando non è stato rinnovato il contratto di lavoro: non poter più lavorare è stata per Daniela cosa dolorosa – racconta la mamma –. È stato da quel momento in poi che, effettivamente, ha iniziato a chiudersi in sé stessa, iniziando a non curare la propria persona. Le siamo sempre stati vicini anche economicamente per quanto Daniela tentasse di reperire un lavoro che le permettesse di tornare a essere autonoma. Chi frequentasse, se mai frequentasse qualcuno, non saprei dire. Ma posso dire che nessuno di noi l’ha mai vista in compagnia di persone non perbene; anche perché, essendo io una madre apprensiva, sono solita invitare entrambe le mie figlie a essere sempre prudenti”.

Quel giorno – “mi riferisco al giorno in cui Daniela sarebbe scomparsa –, Daniela mi aveva chiamato per informarmi di trovarsi presso il pronto soccorso dell’ospedale dove lavoro, a Sassuolo. La raggiungevo constatando come si trovasse lì a seguito di una accidentale caduta in casa. Le dicevo di chiamarmi quando l’avessero dimessa perché l’avrei potuta riaccompagnare a casa io. Daniela mi chiamava verso le 17.30/18 circa. Le dicevo che sarei passata dapprima a prendere sua sorella R. e poi a prendere lei. Mi rispondeva di non preoccuparmi e che, a quel punto, l’avrebbero direttamente riaccompagnata a casa gli operatori del 118. La risentivo quella stessa sera e ancora la mattina dopo, quando Daniela mi confermava di essere rincasata regolarmente. Nell’occasione, rimanevamo d’accordo che ci saremmo viste nel weekend. Quando, però, il sabato successivo, raggiungevo Vitriola, Daniela non mi rispondeva al telefono e da quell’esatto momento di lei abbiamo perso ogni traccia. A denunciare la scomparsa di Daniela è stato mio figlio A. Mi hanno accusata di essere madre insensibile solo perché ho chiesto ai giornalisti di poter restare in silenzio di fronte alle tante e invadenti domande che pretenderebbero di porci. È incredibile che non percepiscano la disperazione di una madre che, da quel giorno, non ha più notizie di sua figlia. Spero che questa mia lettera aperta possa fare sì che la mia famiglia possa avere il rispetto che ha invano chiesto in questi mesi. Non è corretto, a mio parere, che, ancora oggi, nonostante questa tragedia, noi si sia costretti a vivere barricati in casa. Perché per noi questa è sofferenza nella sofferenza”.