Daspo al paracadutista dello stadio «Non me lo aspettavo, è ingiusto»

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Scatta la denuncia per il paracadutista di Milano Antonio Marino, 36 anni, che domenica è atterrato proprio in mezzo al campo da gioco del Mapei Stadium, durante la sfida Sassuolo-Inter. Una domenica certamente diversa dal solito, anche grazie ai quasi 18mila tifosi che coprivano ogni ordine di posto dello stadio reggiano. Ma per il controllore di volo di Linate la scusa dell’atterraggio d’emergenza non è bastata a evitare una denuncia per invasione di campo.

«Anche perché – precisa lo stesso questore di Reggio Antonio Sbordone – questo reato scatta sia nei casi di dolo intenzionale sia nei casi colposi». Tradotto: Marino potrebbe rispondere di invasione di campo anche se non avesse usato la giusta perizia nell’aprire il paracadute, non solo nel caso in cui fosse un gesto premeditato.

Ma oltre a questo il questore ha deciso di avviare le pratiche per sanzionare il 36enne con un provvedimento di Daspo «in quanto l’azione portata a termine poteva arrecare grave rischio per l’incolumità del numeroso pubblico presente e dei calciatori».

Una scelta ponderata quella della questura, che negli attimi appena successivi all’atterragio si è preoccupata primariamente di rifocillare il paracadutista, apparso scosso agli agenti intervenuti. «Ma poi la Digos ha raccolto elementi che ci portano a pensare che siano necessarie nuove indagini – spiega ancora il questore, facendo intendere che i sospetti avrebbero un margine di concretezza, come ad esempio il fatto che il paracadutista fosse tifoso dell’Inter (non ultrà) –. Vogliamo studiare assieme ad alcuni esperti del settore le immagini prese dalla telecamera montata sul caschetto del paracadutista». E per farlo ovviamente è necessario indagare lo stesso 36enne.

Ciò che preme molto alla questura reggiana è anche allontanare il più possibile il rischio (concretissimo ai tempi dei social) di imitazione. Tant’è che fin da subito gli agenti hanno chiesto al controllore di volo di non diffondere immagini o commenti della vicenda sui profili dei social network, proprio per allontanare l’effetto ‘tam tam’ che avrebbe portato a diffondere enormemente l’accaduto. «Non possiamo studiare sistemi di controllo sofisticati all’ingresso, tornelli e altro, per poi vedere atterrare qualcuno in campo come se nulla fosse», spiega a chiare lettere Sbordone.

«Questo proprio non me l’aspettavo. Lo scopro da lei...». Sconcerto e sorpresa sono le reazioni istintive di Antonio Marino. «Ciò che avete riportato sul giornale è la verità – dice –. Rispecchia perfettamente ciò che si vede anche da video. Mi stupisce che abbiano deciso di denunciarmi, dopo che siamo stati per due ore a guardare i video assieme».

Certo, difficile immaginare che un atleta esperto come lui possa aver sbagliato un salto. «Se avessi davvero voluto farlo per esibizionismo allora avrei usato una coreografia migliore. Avrei usato qualcosa di più spettacolare. Ma mica vado a rischiare di rompermi le gambe per esibizionismo...».

Saverio Migliari