Delitto di Alice Neri, i giudici: "Gaaloul è stato l’ultimo ad averla vista viva"

Le motivazioni dei giudici del Riesame che confermano la tesi della procura. "Non c’è prova che la vittima avesse programmato altri incontri a notte fonda"

Modena, 14 marzo 2023 – “Nessun elemento probatorio è stato acquisito circa l’eventuale programmazione per quella nottata, di altri appuntamenti con terze persone; e del resto va ricordato che Alice Neri aveva già trascorso oltre sette ore in quel locale assieme al collega Cuccui fino alle 3,30. Per cui risulta ben difficile credere che potesse avere già organizzato un ulteriore e successivo incontro con un’altra persona".

E’ questo uno dei passaggi fondamentali delle motivazioni con le quali il tribunale del Riesame di Bologna ha rigettato la richiesta di scarcerazione del tunisino 29enne Mohamed Gaaloul, il principale sospettato per l’efferato omicidio di Alice Neri. In sostanza i giudici hanno confermato integralmente l’ordinanza cautelare ed evidenziano come effettivamente l’indagato sia fuggito e come sia stata l’ultima persona ad aver incontrato viva Alice Neri. Il tribunale del Riesame evidenzia inoltre come – avendo lui dato fuoco alla macchina – pur non essendo possibile ricostruire il movente e le dinamiche dell’omicidio, l’unica ricostruzione che ritengono plausibile è quella dell’omicidio volontario. I giudici hanno quindi ritenuto sussistente il pericolo di fuga e hanno confermato la custodia cautelare in carcere per il tunisino, accusato di omicidio volontario.

“Ho letto la motivazione e non mi convince, è infarcita di errori – afferma il difensore del 29enne, l’avvocato Roberto Ghini – credo sia frutto di una lettura non particolarmente attenta da parte del Riesame. Ad esempio i giudici si ‘stupiscono’ che si possa immaginare che la vittima avesse un appuntamento alle 5.30 del mattino con qualcuno quando, dagli stessi atti in possesso del tribunale del Riesame, emerge che il giorno prima la vittima aveva avuto un appuntamento con qualcuno alle 5.40. Faremo chiaramente ricorso per Cassazione per evidenziare tutta una serie di incongruenze e a nostro avviso oggettivi errori da parte del tribunale del Riesame". Intanto la difesa ha depositato la richiesta per un ulteriore incidente probatorio, legato all’analisi dei pantaloni rinvenuti a casa dell’indagato. Indumento che, secondo l’avvocato Ghini, è lo stesso indossato da Gaaloul la sera in cui fu ripreso dalle telecamere allo Smart Cafè, il 17 novembre così come la mattina del 18, in centro a Concordia. Si attende inoltre il deposito degli esiti degli accertamenti medico legali effettuati sui resti della vittima che, ricordiamo, risultavano in buona parte e tragicamente carbonizzati. In base alle prime indiscrezioni emergerebbe come la giovane mamma, prima che il suo corpo fosse dato barbaramente alle fiamme, fosse già priva di vita.