Delitto di Alice Neri, il marito arruola il generale Garofano: "Cercherò altre prove"

Concordato l’incontro tra l’ex comandante del Ris di Parma e Nicholas Negrini, poi si recheranno a Fossa di Concordia dove venne trovato il corpo bruciato. "Studierò anche i percorsi fatti dalla donna e da altre persone"

Modena, 28 marzo 2023 – Luciano Garofano, l’ex comandante del Ris di Parma e genetista forense ‘entra’ nel caso del terribile delitto di Alice Neri. Infatti il generale è stato nominato come consulente dalla difesa di Nicholas Negrini, il marito della vittima e ancora oggi indagato insieme al collega Marco Cuccui e ovviamente al principale sospettato, il tunisino Mohamed Gaaloul. "‘Domani (oggi, ndr) mi recherò a casa di Nicholas per conoscerlo personalmente", spiega Garofano.

Alice Neri e il marito Nicholas Negrini
Alice Neri e il marito Nicholas Negrini

Attraverso la dottoressa Katia Sartori – criminalista esperta in scienze forensi e criminologia ha capito di aver bisogno di qualcuno che lo guidasse sugli accertamenti che stanno facendo e che effettueranno. "Quello che voglio capire meglio è ciò che non esce dagli atti – spiega ancora l’ex comandante del Ris – il prossimo 31 marzo è fissato l’incidente probatorio sui diversi reperti e sarà un passo molto importante: questo è uno dei motivi per cui ha pensato di nominarmi. Domani (oggi, ndr), dopo l’incontro con Nicholas farò un sopralluogo sul luogo del delitto per rendermi conto del posto, studierò anche i percorsi fatti Alice ma anche quelli effettuati da altri.

Il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma
Il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma

Ci potrebbero essere anche altre piste oltre a quelle dell’attuale indagato ed è fondamentale non tralasciare nulla". Il prossimo venerdì sarà appunto una giornata ‘cruciale’ relativamente alle indagini sull’efferato delitto. Infatti come richiesto dalla difesa dell’indagato Gaaloul, ovvero dall’avvocato Roberto Ghini, l’incidente probatorio è stato allargato ai pantaloni trovati all’interno dell’appartamento del tunisino e che, secondo il legale, Gaaloul indossava proprio quella notte, il 17 novembre scorso. Il giudice ha ammesso altri 13 reperti tra cui una sigaretta, parti di un cellulare, la nota tanica d’olio (con cui sarebbe stata incendiata l’auto di Alice con il cadavere della 32enne nel baule) e un reggiseno. Gli accertamenti tecnici potrebbero rilevare impronte, profili dna e la presenza sugli indumenti del tunisino di materiale infiammabile.