
Claudia Lepore (a destra) con Ilaria Benati ai tempi della loro amicizia
Modena, 26 luglio 2023 – Dopo due anni e mezzo, la modenese Ilaria Benati e il toscano Jacopo Capasso possono considerarsi persone libere ed estranee all’omicidio di Claudia Lepore, carpigiana, trovata morta a 59 anni il 21 gennaio 2021 dentro il frigorifero della sua casa a Bavaro di Santo Domingo. Ilaria e Jacopo (rispettivamente ex compagna e conoscente della vittima) furono incarcerati dopo che Antonio Lantigua, detto El Chino, reoconfesso del delitto, li accusò di essere i mandanti. A febbraio 2022 il Tribunale dominicano ha pronunciato la sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Ilaria e Jacopo, difesi in Italia dall’avvocato Luca Andrea Brezigar, del foro di Modena e lunedì è stato respinto l’appello contro la sentenza di proscioglimento.
Ilaria, due sentenze di merito hanno stabilito la vostra estraneità all’omicidio di Claudia. Come si sente oggi?
"Felice, sto meglio rispetto a un anno e mezzo fa anche se ho passato un inferno, un anno in carcere, al limite del mancato rispetto dei diritti umani".
Qualcuno ancora esprime dei dubbi…
"Non conoscevamo El Chino, se non perché ce lo ha presentato Claudia, lo abbiamo visto la prima volta con lei. Sappiamo le cose che ci raccontava lei: la minacciava da tempo, lei lo aveva denunciato un paio di volte. Le consigliavamo di allontanarsi il più possibile da lui perché era una persona pericolosa".
Come ha superato quello che ha passato in questi anni?
"Non l’ho superato e credo che non lo supererò. In carcere ho conosciuto la fame, senza acqua per lavarmi, colpevolizzata per qualcosa che non avevo fatto. È stato orribile, ho cercato solo di sopravvivere".
Ha intenzione di rientrare in Italia?
"Certo, non vedo l’ora di riabbracciare mamma e nonna".
Che aiuto ha avuto a livello internazionale dallo Stato italiano?
"Non abbiamo ricevuto alcun tipo di aiuto dall’ambasciata, anche se abbiamo varie volte tentato di contattare il console e la Farnesina. Siamo allibiti: tutte le altre ambasciate aiutano e mandano sostentamenti economici perché conoscono le condizioni del carcere qui".
Rientrando in Italia potrebbe subire un altro processo…
"Ne sono consapevole, non mi spaventa".
Cosa vorrebbe dire a chi continua a dubitare della sua innocenza?
"Che avrebbero dovuto stare vicini a Claudia nel momento in cui ne aveva bisogno, aiutarla a superare la relazione che aveva con quel delinquente, allontanandola il più possibile da lui, come ho fatto io e altre amiche qua, anziché, dopo la sua morte attaccare le persone come me".