REDAZIONE MODENA

Demenza, progetto pilota. Ricovero più dolce per chi ha l’Alzheimer

L’ospedale di Baggiovara è il primo in Italia ad aver avviato il percorso. Finanziamento dalla Fondazione per 51mila euro: "Lieti di aver contribuito"

La presentazione del progetto unico in Italia

La presentazione del progetto unico in Italia

Modena, 15 maggio 2025 – L’Azienda Universitaria Ospedaliera di Modena, con l’ospedale di Baggiovara, ha dato il via al percorso per diventare il primo ospedale ‘Dementia Friendly’ in Italia. Un cammino articolato che ha coinvolto strutture, operatori, caregiver e volontari per rendere l’esperienza del ricovero e il decorso in generale più a misura di quei pazienti (13mila solo in provincia) soggetti a demenza. Un contributo fondamentale è stato poi quello della ‘Fondazione di Modena’, che ha finanziato il progetto con 51mila euro dedicati a strutture, aggiornamenti e all’assunzione per un anno di due Terapisti di riabilitazione psichiatrica.

"L’arrivo in ospedale è un momento traumatico per chiunque", commenta la Professoressa di Neurologia dell’Unimore Giovanna Zamboni. "Ancora di più lo è per chi non ha gli stessi strumenti degli altri pazienti per metabolizzarlo e contestualizzarlo. Un cambio di ambiente repentino e spesso accompagnato da una situazione di emergenza porta a scompensi e reazioni inusuali del paziente, che vanno a sorprendere di conseguenza i familiari stessi. Per questo è necessario dedicare energie e formazioni per rendere più ‘dolce’ il periodo di ospedalizzazione, e occorre tempo". Pertanto "siamo grati per l’arrivo dei nuovi tecnici, formati e dedicati a questo in un ambiente – quello ospedaliero – dove i medici sono di corsa".

Dello stesso avviso è la vicesindaca Francesca Maletti, presente per la consegna della targa di merito da parte della Federazione Alzheimer al nosocomio. Alla consegna del premio erano presenti, infatti, anche le associazioni di volontariato ‘GP Vecchi’ e ‘Associazione Volontari Ospedalieri’. "Invecchiare è un privilegio – ha detto Maletti – ma anche una sfida, e a un invecchiamento progressivo della popolazione bisogna rispondere con strategie mirate e lungimiranti. Ben venga l’iniziativa dell’AOU che dall’anno scorso con il ‘Alzheimer Fest’ ha confermato il suo impegno e che va ad aggiungersi a quello delle strutture dedicate (Comunità amiche della demenza), dove i pazienti di questa patologia sono aiutati a vivere in ambienti ‘sicuri’ momenti della loro quotidianità". L’Ospedale è parte della comunità, "e la comunità è parte dell’ospedale", chiosa poi Francesca Neviani, Geriatra dell’AOU, che sottolinea l’impegno comune necessario ad affrontare sfide come quella dell’accoglienza e del trattamento della demenza.

"Per fronteggiare quelle vecchie e nuove, in ambito sanitario, occorre un lavoro di concerto di medici, caregiver e volontari in termini di dedizione, preparazione, ricerca e diagnostica. Siamo grati per gli sforzi importanti di ciascuno".

Supporto da parte della comunità che è arrivato anche ‘materialmente’ dalla Fondazione per Modena. "Il finanziamento è parte del ‘Bando Persona’, una delle attività della Fondazione a favore della comunità", commenta la consigliera di amministrazione della Fondazione Silvana Borsari. "Quando ci è arrivata la domanda, da parte dell’Azienda Ospedaliera e dell’Università, non abbiamo potuto che essere felici di dare il nostro supporto. L’Ospedale è un nodo di quella rete necessaria per fornire supporto e assistenza a chi soffre di demenza. Con la sicurezza che questo progetto sia utile per la comunità ringraziamo anche gli altri attori di questo processo: i caregiver, i familiari, e i volontari".