’Devoti Etruschi’, terrecotte al Museo Civico

Nella sala dell’Archeologia, con un allestimento multimediale, inaugura la mostra dedicata alla raccolta di 118 ex voto provenienti da Veio

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di Stefano Luppi

Statue e statuette di togato, di offerente con il capo coperto e di animali, busti e teste femminili e maschili, una bellissima maschera di dieci centimetri, raffigurazioni di orecchie, piedi, mammelle, uteri, organi genitali, oggetti del periodo etrusco (2500 anni fa). E’ ricchissima e pressoché sconosciuta la raccolta di terracotte votive etrusche che entrarono nel patrimonio museale modenese nel 1894 grazie all’astronomo modenese Pietro Tacchini che entrò in contatto con il più autorevole paletnologo italiano, il parmense Luigi Pigorini.

Ora, a dimostrazione che i depositi del Museo Civico di Modena sono un pozzo senza fondo, arriva per un intero anno la rassegna ’DeVoti Etruschi’ che raccoglie un centinaio di pezzi esemplificativi di questa importante raccolta civica modenese (inaugurazione nelle sale archeologiche del museo oggi alle 16,30). Il percorso non è amplissimo - è affiancato da un ottimo catalogo scientifico delle edizioni all’Insegna del Giglio di Firenze - ma analizza in modo approfondito l’argomento attraverso l’esposizione dei reperti insieme a un video introduttivo dedicato al parco archeologico di Veio e al Museo nazione Etru di Villa Giulia a Roma, ossia i punti di riferimento per questi materiali. Altri sei video svelano ogni particolare sugli oggetti, esposti al fianco in una ampia vetrina ricostruita in stile ottocentesco. L’ultima parte dell’allestimento è invece la più spettacolare: su una amplissima selezione di oltre cinquanta teste etrusche insiste una videoinstallazione digitale di Delumen che le illumina con giochi di luce.

Questa installazione visiva è inserita, in modo un po’ incongruo, in un portale medievale e senza soluzione di continuità unisce dati scientifici e dati artistici. La prima parte del video proiettato sulle terracotte, infatti, sintetizza quella la novità più rilevante della ricerca scientifica che ha portato fino a qua, ossia la scoperta di tracce di pigmento individuate per la prima volte su questi oggetti etruschi. Anche se visivamente è difficile per i non esperti comprendere il momento dello "stacco", la seconda parte della videoinstallazione propone artistici giochi di luce sui medesimi importanti reperti (di tutto ciò parla comunque il video iniziale). Ieri alla presentazione l’assessore alla cultura Andrea Bortolamasi e la direttrice del Museo Civico Francesca Piccinini hanno ricordato: "Il museo è appena stato riconsegnato alla città con un importante restyling della illuminazione e per questa mostra, curata da Cristiana Zanasi, Laura Maria Michetti e Carla Tulini, dobbiamo sottolineare una collaborazione duratura con la Sapienza di Roma. Inoltre siamo felici di un contributo di 120mila euro della Regione".

Cristiana Zanasi sintetizza: "Dagli approfonditi studi di cui diamo conto in catalogo è emersa la novità delle tracce di cromatismo originale che mostriamo nella installazione artistica, nata con un approccio filologico. Questi ex voto erano realizzati o per propiziare avvenimenti o come ringraziamento per un avvenimento".

La mostra sarà visitabile fino a dicembre 2023, a ingresso gratuito, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Sabato 7 e domenica 22 gennaio sono in programma due visite guidate, alle 16, su prenotazione (tel. 059 203 31003125; museocivico@comune.modena.it; www.museocivicomodena.it).