Di Maio: «Saremo più vicini alle imprese»

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ACCOGLIENZA, sì, ma senza risparmiare critiche nei confronti di decreti, cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle, che non sono stati apprezzati dagli imprenditori.

Non ha avuto peli sulla lingua Auro Po, titolare dell’azienda Steel specializzata nella produzione di cucine domestiche di lusso, nel confronto con il ministro del Lavoro Luigi Di Maio che ha ospitato ieri pomeriggio nella sua azienda in via dell’Agricoltura.

Tutto è nato lo scorso 3 maggio quando Auro Po, intervenendo ad un incontro alla Loria con il sottosegretario grillino Claudio Cominardi, ha sollevato critiche su costo del lavoro e premi Inail.

Da lì l’incontro organizzato dal Movimento nell’azienda di Po, non a caso nella stessa settimana in cui in città è venuto anche Matteo Salvini.

Circa un centinaio le persone intervenute all’incontro privato (in prima fila la candidata sindaco del M5S Monica Medici e il sindaco Alberto Bellelli) ma pochi imprenditori, al di là di quelli appartenenti alle associazioni di categoria tutte presenti.

«Le sono davvero molto grato per questa visita che mi onora – ha esordito Auro Po rivolgendosi al ministro – tuttavia, quando sono stato informato della sua visita e ho iniziato a contattare amici imprenditori ho riscontrato una certa ritrosia incassando anche numerosi ‘no grazie’. É giusto che lei sappia che la sua popolarità presso gli imprenditori non è scontata».

Il motivo per cui tanti imprenditori hanno declinato l’invito sta «nel suo decreto dignità – ha detto Po – ci è stata limitata molto la possibilità di avvalerci del lavoro a tempo determinato, che per noi è una risorsa indispensabile per far fronte alla domanda diventata isterica e impazzita. E il termine dignità usato per il decreto sembra dire che esistano lavori dignitosi e lavori non dignitosi mentre personalmente credo che ogni lavoro in regola e retribuito secondo contratto abbia sempre e comunque la sua dignità». Giusto per chiarire. E poi critiche ai costi che le imprese devono sostenere per gli obblighi formativi.

Di Maio ha iniziato il suo discorso dalle critiche rivolte: e ha fatto mea culpa. «Nella nostra prima fase di governo non abbiamo avuto un grande dialogo con l’industria, è colpa nostra – ha detto il ministro penatastellato – siamo un governo inaspettato, all’inizio sono stati mesi difficili, ma da gennaio abbiamo iniziato un nuovo dialogo con il mondo delle imprese, con il decreto crescita, il decreto sblocca-cantieri e l’adeguamento delle tariffe Inail».

Nel suo discorso Di Maio ha parlato degli obiettivi del Governo su lavoro e imprese, ha sottolineato che il Governo «andrà vanti per quattro anni» e ha concluso dicendo ad Auro Po «cercherò di ridurre quei ‘no’ che ha ricevuto».

Gli applausi non sono mancati, tra il pubblico anche Paolo Battini, Giorgio Verrini e Paolo Pettenati di Carpi Futura. Prove di vicinanza in vista del ballottaggio?

«Assolutamente no – dicono – solo rapporti di conoscenza con Auro Po».