Diffondono filmato hot di un’amica Indagati tre ragazzi minorenni

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Si è chiusa la porta della camera da letto alle spalle e, nell’ingenuità dei suoi 14 anni ha girato un filmato hot e ha inviato quelle immagini a due amici. In pochi minuti il video non ha fatto solo il giro dei telefonini dei compagni di classe ma dell’intera scuola, finendo su decine di chat. Sono indagati con l’accusa di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti – il nuovo reato del Revenge porn, per intenderci – tre minorenni di età compresa tra i 13 e i 15 anni. Si tratta dei due giovani che hanno fatto circolare il filmato, inviandolo a diverse chat di amici ma anche di una ragazzina, conoscente della vittima. I fatti risalgono allo scorso anno e sono avvenuti tra le mura di una scuola media mentre uno dei tre indagati frequenta la seconda superiore. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, la ragazzina avrebbe appunto girato il filmato, della durata di circa due minuti all’interno della propria camera da letto. Senza pensare alle conseguenze e con l’intento di fare breccia nel cuore del ragazzo di cui si era invaghita. La ragazzina, intuendo ben presto quanto accaduto è precipitata in un profondo stato di angoscia e tristezza, alimentato dagli sguardi ‘accusatori’ di tanti ragazzini che erano entrati in possesso di quel filmato. La condizione della minore non è certo passata inosservata però ai docenti che, appreso a loro volta del grave fatto accaduto alla 14enne, hanno avvisato i genitori della bambina così come i servizi sociali.

Sono scattate immediatamente le indagini che hanno portato gli inquirenti ad acquisire il filmato dai contenuti pornografici ma anche a ricostruire la ‘rete’ di diffusione dello stesso. Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati, da parte della procura dei minori, di tre presunti colpevoli: due ragazzini ed una terza adolescente, appunto. Quest’ultima avrebbe affermato, sentita dagli inquirenti, di avere in realtà ricevuto il filmato dal fidanzatino della vittima che però non comparirebbe tra gli indagati. Quel che è certo è che la ‘leggerezza’ con cui tanti adolescenti utilizzano le app rischia di rovinare la vita a tantissimi giovani, poco più che bambini. Negli ultimi tempi gli inquirenti hanno ascoltato uno ad uno anche i compagni di classe della vittima, per ricostruire appunto la diffusione del filmato.