«Dipinti contesi, la direttrice Bagnoli sbaglia»

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LA DIRETTRICE delle Gallerie Estensi sbaglia: solo se quei dipinti tornano a Modena si può dire no alle richieste di Scandiano. A intervenire nella disputa sulle opere di Nicolò dell’Abate è il presidente di Italia Nostra Modena Giovanni Losavio che critica le parole di Martina Bagnoli. La direttrice – alla rivendicazione del Comune reggiano circa la possibilità di trasferire il ciclo dell’Eneide e le lunette boiardesche da Palazzo Ducale di Sassuolo (dov’è attualmente) alla Rocca com’era in origine – aveva risposto nei giorni che non è possibile perché «la Rocca di Scandiano non ne ha le caratteristiche a livello di sicurezza antropica, di climatizzazione». Inoltre Bagnoli aveva sottolineato come «il ciclo fosse alla Galleria Estense di Modena fino a oltre tre anni fa e poi, dato che la stanza era troppo piccola, è stato spostato a Sassuolo».

Una riflessione che ha indispettito la città reggiana e che ora fa storcere la bocca anche a Italia Nostra. Secondo il presidente dell’associazione di tutela «se il ciclo viene definitivamente rimosso dalla Galleria di Modena – e non deve esserlo – ritorni al Camerino della Rocca di Scandiano». Losavio definisce «debole» la risposta della direttrice Bagnoli ricordando che gli affreschi del ciclo di Nicolò dell’Abate «sono stati staccati nel 1772 per entrare nella raccolta Estense. La direttrice da quella ordinata raccolta li ha rimossi, dalla saletta della Galleria dove stavano fin dal primo allestimento nel Palazzo dei Musei, per trasferirli nel Palazzo Ducale di Sassuolo e far posto in quello spazio a mostre estemporanee che, come l’attuale, non hanno alcun riferimento agli oggetti esposti e anzi costituiscono una fastidiosa zeppa spuria nella continuità del percorso espositivo». Non è, prosegue Losavio, «questione di idoneità conservativa che ben la Rocca di Scandiano potrà assicurare, posta in ogni caso a condizione del trasferimento. E l’edificio è parte del Demanio culturale dello Stato, concesso in uso all’amministrazione comunale, giudicata quindi capace di una appropriata manutenzione del monumento». Il punto, secondo il presidente di Italia Nostra, «è che quei dipinti sono entrati come elementi essenziali e caratterizzanti nella raccolta estense da oltre due secoli e attiene alla storia stessa di formazione della Galleria. Solo quindi se stanno all’interno del suo percorso espositivo rimane insuperabile la ragione di non corrispondere alla rivendicazione di Scandiano».

Gianpaolo Annese