Discarica, comitato furioso "Pericoli sottovalutati"

’Assemblea popolare’, dopo l’esposto in tribunale, ha diffidato diversi enti "Sostiene che gli inquinanti lontani dall’abitato non sono nocivi: sconcertante".

Nessuna resa alla riapertura della discarica. Respinte da parte di ’Assemblea popolare di Finale Emilia’, il comitato di cittadini che ha denunciato l’inquinamento dei terreni intorno alla discarica, le conclusioni della Conferenza dei servizi del 2 maggio scorso.

Dopo l’esposto presentato al Tribunale di Modena perché valuti quelli che "Assemblea popolare ritiene gravi inadempienze da parte di Arpae – scrivono in un comunicato gli esponenti del comitato - in merito alla valutazione da lei fatta sullo stato di inquinamento attorno alle discariche, sostenendo che "non è colpa delle discariche", ora abbiamo inviato una formale diffida ad Arpae nelle sue diverse articolazioni, al Servizio rifiuti della Regione E.R. e alla Ausl". Nel mirino dei cittadini finalesi, dunque, finiscono anche altri enti che avrebbero – secondo quanto sostiene Assemblea popolare -.con i loro pronunciamenti favorito la concessione della riapertura del sito, peraltro già autorizzato fin dal 2019. Ora dopo il dissequestro e la Conferenza dei servizi, le speranze dei cittadini sono riposte in una serie di ostacoli giuridici che si stanno mettendo in campo per giungere ad un ripensamento e ad una rivalutazione sulle responsabilità per l’inquinamento dei siti. "Ausl – dicono da Assemblea popolare –, nella figura del suo rappresentante in Conferenza dei servizi, si è resa protagonista di affermazioni sconcertanti per un ente preposto alla tutela della nostra salute sostenendo che seppure si sia in presenza di inquinanti pericolosi, come il triclorometano, per la distanza dal centro abitato non vi sarebbe alcun pericolo per la salute dei cittadini. Queste parole riteniamo si commentino da sole". L’amministrazione comunale è al fianco dei cittadini, secondo i quali rifacendosi ai risultati di uno studio del 2015 su tutta l’area attorno alla discarica "era ed è ancora contaminata".

La vicenda non è chiusa. "L’inquinamento delle acque c’è, è accertato ed è un pericolo per la salute umana come nel 2015 emerse dalla Analisi di rischio sito specifico, fatto prima che la seconda discarica venisse riempita di ulteriori rifiuti". Ora, si confida che Arpae e Azienda sanitaria locale attivino attraverso la diffida presentata i previsti provvedimenti di legge per la immediata sospensione di ogni attività da parte del gestore delle discariche e a dare avvio ad un "approfondito, volto ad escludere ogni possibile contaminazione ambientale e ogni tipo di pericolo per la salute umana".

Alberto Greco