
Una delle tante manifestazioni dei comitati contro la discarica
Sul procedimento che pende presso il Tribunale di Modena a carico di Feronia, società controllata da Hera che gestisce l’impianto di Finale Emilia, si è ancora alle schermaglie preliminari. Questo fa insorgere, dopo due successivi rinvii il 27 maggio e il 5 giugno, in cui si è arrivati alla ricusazione del giudice, i comitati che contestano la decisione della Conferenza dei servizi del maggio 2024 che ha dato il via libera all’ampliamento dell’impianto che riceverà rifiuti non trattabili da tutta Italia.
"La giudice Pianezzi – riferiscono da Assemblea Popolare di Finale Emilia -ha deciso di astenersi dal processo, accogliendo la richiesta in tal senso avanzata dai legali di Feronia in quanto aveva già espresso un parere nel processo Feronia 1. È importante sottolineare che si trattava di una facoltà, non di un obbligo o di una ricusazione, e questa scelta ci ha molto sorpreso. Ora il Presidente del Tribunale dovrà nominare un nuovo giudice, con inevitabili conseguenze sui tempi processuali. La decisione ci amareggia, perché il processo ha l’obiettivo di far emergere la verità sull’inquinamento del sito e individuare i responsabili affinché siano avviate le procedure per la bonifica".
Per Arpae non ci sarebbe inquinamento come hanno sostenuto a suo tempo in Conferenza servizi, attirandosi le contestazioni sui criteri ed il rigore delle analisi condotte da parte dei comitati contro la discarica ed anche degli esperti consultati dal Comune di Finale. "Il cittadino non comprende perché bisogna aspettare i tempi della giustizia per poi assistere a tutta una serie di rinvii assurdi. Il cittadino non comprende – commenta Maria Paltrinieri dell’Osservatorio civico ‘Ora tocca a noi’ - perché non si fanno prima queste selezioni, se toccano così tanto la sensibilità degli avvocati degli imputati. Il cittadino non comprende perché queste questioni rallentino un procedimento per delitto ambientale che cagiona un danno alla popolazione da 20 anni. Non comprende perché dia fastidio che i giudici abbiano conoscenza delle testimonianze dei Carabinieri Forestali che, senza ombra di dubbio, in aula hanno provato l’inquinamento perpetrato per 20 anni, nel silenzio più totale degli organi preposti alla tutela della salute e dell’ambiente".
Il malcontento per questa ennesima proroga del processo è diffuso e cresce, soprattutto perché intanto Feronia va avanti indisturbata e senza controlli esterni con i suoi piani di ampliamento. "Chiediamo – concludono da Assemblea Popolare - che il tempo non diventi un fattore che pregiudichi l’iter processuale e una comunità che chiede chiarezza sulla condizione ambientale del proprio territorio"
Alberto Greco