Secondo le accuse colpì con una manganellata al volto una 15enne durante la ’carica’, nell’ambito degli scontri scaturiti a seguito di una manifestazione. Ieri per un poliziotto, finito a processo con le ipotesi di reato di lesioni volontarie e abuso d’ufficio, la pubblica accusa ha chiesto la condanna a un anno e otto mesi. Il procedimento è legato agli scontri avvenuti l’11 maggio del 2016 tra le forze dell’ordine e un gruppo di una ventina di antagonisti appartenenti al collettivo Guernica, durante i quali la ragazza minorenne rimase gravemente ferita, tanto da essere poi sottoposta ad un delicato intervento chirurgico.  Per gli altri dodici imputati al processo, ovvero gli autonomi del Guernica, il pm ha chiesto pene da dieci mesi ad un anno e mezzo. La sentenza è attesa per il prossimo undici gennaio. Il consulente di parte, il medico legale Sara Mantovani, ieri in aula ha ribadito la non volontarietà del colpo da parte dell’agente – in riferimento alla manganellata ai danni della minore – riportando minuziose valutazioni di carattere anatomico e funzionale e ripercorrendo le fasi delle modalità dell’azione. Le difese sosterranno le proprie ragioni nella prossima udienza prevista per l’11 gennaio appunto.  Gli scontri, quel giorno, scoppiarono dopo lo sgombero di due edifici in via Sant’Eufemia e Bonacorsa, edifici occupati abusivamente da alcune famiglie. I giovani appartenenti al circolo antagonista Guernica e a La Rage cercarono infatti di introdursi nella sede comunale e gli agenti, in tenuta anti sommossa, avevano cercato di allontanare i manifestanti dall’ingresso della sede della circoscrizione centro storico in piazzale Redecocca.  A quel punto erano partiti gli scontri e la manifestante 15enne era stata colpita al volto col manganello per poi cadere a terra.  La ragazza, oggi maggiorenne nel corso della testimonianza in aula aveva spiegato nella precedente udienza di essere stata colpita nonostante la sua condotta non fosse stata violenta nei confronti di alcuna persona presente, né fisicamente né verbalmente.  Il consulente medico legale, però, ha sottolineato ieri come il colpo non fosse ‘partito intenzionalmente’ appunto, ribadendo come non vi fosse da parte dell’agente la volontà di colpire l’alllora 15enne e analizzando poi la dinamica di quanto accaduto. Quel giorno rimasero feriti anche due agenti. Gli autonomi del collettivo rispondono di occupazione abusiva, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. A gennaio è prevista appunto la sentenza di primo grado che darà una prima verità processuale a questa vicenda.  Valentina Reggiani

Cronaca

Secondo le accuse colpì con una manganellata al volto una 15enne durante la ’carica’, nell’ambito degli scontri scaturiti a seguito di una manifestazione. Ieri per un poliziotto, finito a processo con le ipotesi di reato di lesioni volontarie e abuso d’ufficio, la pubblica accusa ha chiesto la condanna a un anno e otto mesi. Il procedimento è legato agli scontri avvenuti l’11 maggio del 2016 tra le forze dell’ordine e un gruppo di una ventina di antagonisti appartenenti al collettivo Guernica, durante i quali la ragazza minorenne rimase gravemente ferita, tanto da essere poi sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. 
Per gli altri dodici imputati al processo, ovvero gli autonomi del Guernica, il pm ha chiesto pene da dieci mesi ad un anno e mezzo. La sentenza è attesa per il prossimo undici gennaio. Il consulente di parte, il medico legale Sara Mantovani, ieri in aula ha ribadito la non volontarietà del colpo da parte dell’agente – in riferimento alla manganellata ai danni della minore – riportando minuziose valutazioni di carattere anatomico e funzionale e ripercorrendo le fasi delle modalità dell’azione. Le difese sosterranno le proprie ragioni nella prossima udienza prevista per l’11 gennaio appunto. 
Gli scontri, quel giorno, scoppiarono dopo lo sgombero di due edifici in via Sant’Eufemia e Bonacorsa, edifici occupati abusivamente da alcune famiglie. I giovani appartenenti al circolo antagonista Guernica e a La Rage cercarono infatti di introdursi nella sede comunale e gli agenti, in tenuta anti sommossa, avevano cercato di allontanare i manifestanti dall’ingresso della sede della circoscrizione centro storico in piazzale Redecocca. 
A quel punto erano partiti gli scontri e la manifestante 15enne era stata colpita al volto col manganello per poi cadere a terra. 
La ragazza, oggi maggiorenne nel corso della testimonianza in aula aveva spiegato nella precedente udienza di essere stata colpita nonostante la sua condotta non fosse stata violenta nei confronti di alcuna persona presente, né fisicamente né verbalmente.
 Il consulente medico legale, però, ha sottolineato ieri come il colpo non fosse ‘partito intenzionalmente’ appunto, ribadendo come non vi fosse da parte dell’agente la volontà di colpire l’alllora 15enne e analizzando poi la dinamica di quanto accaduto. Quel giorno rimasero feriti anche due agenti. Gli autonomi del collettivo rispondono di occupazione abusiva, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. A gennaio è prevista appunto la sentenza di primo grado che darà una prima verità processuale a questa vicenda. 
Valentina Reggiani

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