Disturbi alimentari, impennata di casi tra i giovani

Nel 2021 registrati 280 nuovi accessi rispetto ai 170 dell’anno prima

Migration

I lunghi mesi di lockdown, la mancanza della scuola in presenza, l’incertezza sul futuro. I fattori legati alla pandemia di Covid-19 hanno provocato un aumento dei Disturbi del comportamento alimentare (Dca) – anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata – soprattutto negli adolescenti. Lo dimostrano i dati raccolti dal Centro per i Disturbi del comportamento alimentare dell’Azienda Usl di Modena e diffusi in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla che ricorreva ieri.

Il Percorso diagnostico assistenziale dell’Ausl di Modena per i Disturbi del comportamento alimentare si sviluppa sulle tre aree provinciali nelle sedi di Modena (per i Distretti sanitari di Modena e Castelfranco), Mirandola (per l’area Nord quindi i Distretti di Mirandola e Carpi) e Sassuolo (per l’area Sud quindi i distretti sanitari di Sassuolo, Pavullo e Vignola). Ogni sede si avvale di un team multidisciplinare: uno psichiatra, un neuropsichiatra, una dietista, un tecnico della riabilitazione psichiatrica, un medico internista, uno psicologo dell’adolescenza e uno psicologo dell’età adulta. La fascia di età presa in carico va dai 12 ai 35 anni, con una prevalenza nell’età adolescenziale e una netta prevalenza femminile; ogni percorso dura in media circa due anni. Nel 2021 i nuovi accessi al Centro sono stati complessivamente 280, in deciso aumento rispetto ai 170 del 2020, 112 del 2019 e 88 del 2018. Il totale dei pazienti seguiti (tra nuovi accessi e pazienti già in cura) ammonta nel 2021 a 380, raddoppiati rispetto ai 190 del 2018. "A causa della pandemia molte persone che già soffrivano di Disturbi del comportamento alimentare hanno visto aggravare i sintomi e, nel contempo, sono emersi nuovi Dca laddove vi erano situazioni di vita che rappresentavano già un terreno fertile per lo sviluppo del disturbo", spiega Roberta Covezzi (foto) responsabile del Programma Ausl.