"Dobbiamo ’curare’ anche i cuori delle persone"

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Ricordate ieri, davanti al monumento accanto al Teatro Facchini di Medolla – inaugurato un anno fa – le 28 vittime del terremoto che nel 2012 ha colpito duramente la Bassa.

"Crediamo di avere fatto tanto in questi anni sia noi sindaci attualmente in carica, sia quelli che ci hanno preceduto. Sono stati 10 anni di lavoro intenso – ha detto il presidente dell’Unione comuni modenesi Area Nord Alberto Calciolari, che ha espresso il pensiero anche dei colleghi – dai quali dobbiamo trarre l’insegnamento che bisogna costruire bene, meglio di prima, case sicure e aziende sicure. Ma, soprattutto, il nostro lavoro è quello di ricostruire i cuori delle persone, poiché le cicatrici che sono state lasciate da questo terremoto sono ancora profonde e noi stiamo lavorando in questo senso: costruire sia la città degli uomini che deve essere curata, sia la città delle pietre che anche quella deve essere curata. Sono due realtà che convivono, una in funzione dell’altra, e tutte e due hanno bisogno di cure".

Alla cerimonia, iniziata alle 11.30, assenti i famigliari, erano tuttavia presenti i sindaci di Camposanto Monja Zaniboni, di Cavezzo Lisa Luppi, di Concordia Luca Prandini, di Medolla Alberto Calciolari, di Mirandola Alberto Greco, di San Felice Michele Goldoni e di San Prospero Sauro Borghi, oltre ai 22 adolescenti della locale scuola media che compongono il Consiglio comunale dei Ragazzi di Medolla. E’ stata una cerimonia semplice e sobria, ma carica di significati che ha raccolto la partecipazione di tutte le collettività rappresentate attraverso le loro istituzioni. Apertasi con il canto dell’inno nazionale, ai piedi del monumento alle vittime è stata deposta una corona di alloro a nome degli amministratori del comune di Medolla e dell’Ucman.

"Quello che facciamo lo facciamo soprattutto per i giovani perché a loro dobbiamo trasmettere il senso della speranza, che affonda le radici nel dolore, nella sofferenza, nelle lacrime, ma che vuole guardare avanti con coraggio nel futuro. Sicuramente il dolore nei confronti delle vittime – ha concluso Calciolari – è l’unica cosa che non potrà mai più essere riparata. Le persone che non ci sono più oggi sono nel nostro cuore e sono l’unico vero dramma che non può essere sanato. Noi siamo perciò vicini alle famiglie".

Alberto Greco