"Don Lenzini beato, reliquia a Fiumalbo"

Domenica la messa nel borgo, emozionato don Luciano: "Ci aspettiamo un rinnovato entusiasmo per la vita religiosa"

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Sta per terminare la trepidante attesa della beatificazione, domani, di don Luigi Lenzini, soprattutto a Fiumalbo: il parroco ucciso a Crocette nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1945 era originario di questo borgo. Il cardinale Semeraro, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, dopo la celebrazione a Modena sarà a Fiumalbo domenica 29 per celebrare la Messa di Ringraziamento alle 11. Per don Lenzini è stato realizzato un reliquiario in bronzo disegnato come una fiamma con dentro la teca e un quadro (2,70 metri per 1,70) che lo rappresenta con in braccio il Crocifisso mentre cammina tra i suoi due paesi: Fiumalbo a sinistra illuminato da un raggio azzurro e Crocette sulla destra con un rosso che richiama il martirio. Sono opere di Pietro Lenzini, anch’esso di famiglia, professore di Belle Arti a Bologna. Vi saranno due reliquie del beato: una falange sarà conservata nella chiesa di Fiumalbo, dove è stato preparato un altare assieme al patrono san Bartolomeo. L’altra reliquia rimarrà nella chiesa di Crocette (con sepoltura del corpo sotto l’altare), che diventa santuario. "Cosa ci aspettiamo da tutto questo? – dice il parroco fiumalbino don Luciano Benassi – Ci aspettiamo un tempo nuovo per la nostra comunità parrocchiale, un nuovo entusiasmo per la vita religiosa, e perché no, anche qualche nuova vocazione alla vita sacerdotale, religiosa e missionaria". I Lenzini spaziavano in tutti i settori del comune montano. "Alcuni – dice don Luciano – erano pastori, altri agricoltori, altri commercianti, diversi sono diventati sacerdoti. Un fatto a mio parere importante – prosegue don Luciano – è stato quello di rintracciare diversi ’Lenzini’ che da Fiumalbo si sono sparsi non solo in Italia, ma anche in Argentina, Stati Uniti, Canada. Alcuni saranno presenti il 28 in Piazza Grande, altri seguiranno il rito in tv o su internet". Don Luciano conclude: "Per l’occasione voglio far conoscere suor Maria Domenica, originaria della Castellaccia di san Michele, come don Luigi, che curò i malati al sanatorio di Selva dei Pini, a Lama Mocogno. Lì contrasse la tubercolosi e morì a 25 anni offrendo le sue sofferenze perché la popolazione di Fiumalbo e Pieve fosse risparmiata dai bombardamenti della II Guerra mondiale".

g.p.