"Dovrei versare 20mila euro: così vado in rovina"

Salvaterra, proprietario di un’azienda di abbigliamento: "E’ una cifra inaffrontabile in questo momento"

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"L’acconto Imu del 16 giugno? Potrebbe essere la rovina per molte imprese". Si fa portavoce di una schiera infinita di imprenditori modenesi Giancarlo Salvaterra, proprietario della società Smarty, azienda di commercializzazione e piccola produzione di abbigliamento a San Damaso. La sua attività, come tantissime altre, ha ripreso da poche settimane la quotidianità post-lockdown tra mille insidie e all’orizzonte, come se non bastasse, si profila una scadenza pesante. "Siamo proprietari di un immobile di circa 6mila metri quadrati, di cui il 35% occupato direttamente dalla nostra produzione per uomo e donna e il restante 65% affittati ad attività di ingrosso e dettaglio complementari alla nostra. Sulla base di questi spazi – dice Salvaterra – l’acconto Imu che dovremmo versare a metà giugno è abbondantemente sopra i 20mila euro, una cifra inaffrontabile alla luce di ciò che stiamo vivendo in questo periodo. Veniamo da mesi di mancati incassi, oltre una situazione di prospettiva poco rosea del settore che vive sostanzialmente di due stagionalità, ovvero la PrimaveraEstate, ormai pressoché compromessa, ed AutunnoInterno dove oltre alla mancata raccolta di ordini e produzione ci sarà una difficoltà di acquisto da parte delle persone". Inoltre, prosegue l’imprenditore, "molte delle realtà che occupano i nostri spazi hanno avuto difficoltà a pagare gli affitti e questo non fa che appesantire il quadro generale. Io come altre aziende abbiamo sopportato enormi sacrifici per gestire questa fase emergenziale e per questo chiediamo di cancellare o quantomeno sospendere la prossima rata Imu, rimandandola dopo l’estate con una rateizzazione e una percentuale di imposizione minima".

Salvaterra si rivolge direttamente all’amministrazione: "Siamo rimasti sorpresi che i vari Decreti del Governo non abbiano previsto interventi in questo senso e siamo consapevoli che i Comuni hanno bisogno delle entrate Imu per far fronte alle spese necessarie ed erogare servizi alla collettività, ma in un momento come questo riteniamo che i cittadini siano ben contenti che le imprese possano riprendere nel migliore dei modi, salvaguardando l’economia locale ed i posti di lavoro di tante famiglie a fronte di minor servizi per un lasso di tempo di alcuni mesi. L’accanimento nella riscossione al 16 di giugno con tariffe uguali allo scorso anno – conclude il titolare della Smarty – porterebbe ad un dissesto economico per molte aziende, che si tradurrebbe nel giro di breve ad un sicuro minore incasso di Imu per le amministrazioni, oltre che ad un maggior impoverimento della collettività, con conseguenti maggiori problematiche di assistenza da parte dei Comuni".

Vincenzo Malara