E’ opportuna e urgente una riflessione

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Dante

Cintori*

La carenza di medici, in particolare di medici di medicina generale, è un fenomeno conosciuto già da anni; per questo abbiamo portato il problema ai tavoli di contrattazione. L’obiettivo era ottenere più posti al corso di formazione specifica in Medicina Generale della durata di tre anni e grazie all’intervento della Federazione sono aumentati di 200 nell’ultimo triennio. Le origini del problema sono però remote: la politica nazionale mantiene il cosiddetto ’numero chiuso’ per l’ingresso alla facoltà di Medicina e nonostante l’aumento dei posti concessi negli ultimi anni, siamo ben lontani dalla copertura del fabbisogno richiesto dalla nostra provincia e dai corsi di specializzazione. Gli iscritti ai corsi sono raddoppiati, ma gli studenti si sono iscritti alle specialità più gettonate, pagate il doppio rispetto. Gli specialisti di tali discipline saranno pronti fra circa 45 anni, mentre la carenza in altre branche (anestesia e rianimazione, medicina d’urgenza, oculistica e, non ultima, medicina generale) si fa sentire già da diverso tempo. Basterebbe una minima conoscenza in campo statistico per comprendere che siamo davanti a una ’gobba’ pensionistica compresa tra 2015 e 2026, poiché coloro che si sono laureati in Medicina negli anni ’70’80 o sono già andati in pensione o ci andranno a breve. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la pandemia ha accelerato questo processo: molti colleghi, a causa della difficile situazione e del burnout derivante dallo stress, sono andati in pensione prima dei 70 anni, alcuni addirittura prima dei 65. E’ opportuna una profonda riflessione: urge riqualificare la medicina generale per renderla una professione più appetibile.

*Segretario Provinciale

Fimmg