"Elettrico, pronti alla sfida" Qui si fa il futuro dell’auto

Ieri la kermesse si è aperta con il convegno inaugurale: presenti i leader delle grandi case e gli esperti del settore. "In questa fase serve flessibilità"

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di Paolo Tomassone

"Avanti, ma con equilibrio". Chi produce i motori che muovono le auto e le moto più sognate al mondo, sa che dall’elettrico ormai non si scappa più. Tutti gli ingegneri della Motor Valley, infatti, sono impegnati per ridurre le emissioni e studiare l’apporto delle energie rinnovabili. Ma pensare che una croce sul calendario sia sufficiente per segnare il giorno in cui abbandoneremo il rombo dei motori a scoppio per far spazio al sibilo delle batterie, è troppo azzardato. Basta ascoltare il racconto di chi ha partecipato ieri al convegno inaugurale del Motor Valley Fest. "Noi non produciamo solo auto, abbiamo una responsabilità e dobbiamo dare l’esempio sviluppando tecnologie che rispettino l’ambiente – avverte il direttore marketing di Ferrari, Enrico Galliera –. Ma sull’elettrico ci sono ancora tante incertezze e non è chiaro il quadro normativo. Per questo dobbiamo rimanere flessibili". Anche perché il cambiamento è in corso, ma non avviene in modo uniforme. Ci sono città che hanno già preso decisioni drastiche per ridurre il traffico delle auto dai centri abitati, ma altre realtà non hanno nemmeno mosso i primi passi. Per non parlare dei dati delle aziende produttrici di batterie elettriche che non vengono certificati, in un settore dove regna ancora la confusione. Al massimo ci si affida alle stime. Come quelle snocciolate ieri da Andreas Cornet, senior partner McKinsey. Se, come prevede l’attuale normativa, entro il 2035 avremo in tutto il mondo il 75% di nuove auto elettriche a batteria o plug-in (il settore potrebbe valere intorno ai 91 miliardi di euro), dovremo costruire 24 nuove giga fabbriche di batterie, questo significherà ulteriori emissioni di inquinanti; inoltre avremo bisogno di 2mila nuovi punti di ricarica a settimana, questo vorrebbe dire costruire 13 nuovi punti al minuto in Europa. "Sono tante le condizioni da considerare – ricorda Cornet – ma non si pensi di trovare la soluzione senza la collaborazione tra le varie case automobilistiche". Quelle che ieri, nel primo giorno del festival, hanno parlato in modo molto chiaro. Il presidente di Lamborghini, Stephan Winkelmann, mette le mani avanti: "Vogliamo mantenere l’ibrido il più a lungo possibile se ce lo permette il legislatore, per questo stiamo pensando alla benzina sintetica". Lo dice Lamborghini che è una delle case automobilistiche più avanti nel percorso verso l’elettrificazione. Più prudente l’amministratore delegato di Ducati, Claudio Domenicali: "Occorre trovare un bilanciamento adeguato tra passione, emozione e contenimento delle emissioni". Il momento attuale "è una palestra", che permette di capire esattamente "dove sono le opportunità e i limiti" dell’elettrico. Ancora più scettico Horacio Pagani, fondatore di Pagani automobili: "Stiamo lavorando da quattro anni a un’auto elettrica, ma sinceramente non siamo ancora riusciti a generare un po’ di emozione che spinga i nostri clienti a comprare un’auto così". Insomma, tanta tanta prudenza, in un momento in cui tutto il settore e tutto il territorio sono chiamati a dare il massimo per reagire alle tante crisi in corso. La parola chiave, ricorda il presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan, è "accelerazione": "La situazione è complicata, ma è possibile gestirla. Ora ci sono le risorse del Pnrr, si tratta di avere la leadership della competenza per metterle insieme". Un’opportunità che non sfugge al sindaco Gian Carlo Muzzarelli, entusiasta per la ripresa a pieno ritmo delle iniziative pubbliche a due anni dalla pandemia: "Abbiamo qui a Modena 600 milioni di investimenti di imprenditori privati che in questo momento così complicato hanno deciso di stare qui e noi saremo al loro fianco". Ieri il giro di ricognizione in città, col taglio del nastro in Accademia, e l’avvio di mostre e convegno. Oggi e fino a domenica motori al massimo.