Elicottero precipitato visto da un runner, i soccorsi: "Metallo e piante bruciate"

Daniele Gamba, pilota dell’Aeronautica: "Avvistato da 70 metri, da più in alto sarebbe stato impossibile"

Modena, 12 giugno 2022 - Il terzo giorno di ricerche in Appennino per individuare l’elicottero disperso da giovedì al confine tra l’Emilia e la Toscana si è ’interrotto’ sul nascere, quando a metà mattina, dalla segnalazione di un escursionista di passaggio, la grande macchina per le ricerche si è indirizzata verso il territorio reggiano, ovvero sul monte Cusna. È proprio lì, sul crinale tra il rifugio Battisti e la località Segheria, che la vicenda dell’elicottero sparito nel nulla da giovedì ha avuto quell’epilogo sempre più probabile con il passare delle ore e dei giorni.

Aggiornamento "Elicottero caduto, non c'è la scatola nera"

L’elicottero partito dalla Toscana sul quale viaggiavano il pilota veneto Corrado Levorin e gli imprenditori Kenar Serhat, Cez Arif, Ilker Ucak, Erbilaltug Bulent, Chadi Kreidy e Tarek El Tayak si è chiantato sul greto del torrente Lama, al passo degli Scaloni, 1.922 metri d’altitudine. A confermare che quel cratere e quei resti notati dall’escursionista erano proprio i resti dell’elicottero partito dalla Toscana è stata l’Aeronautica Militare, che ha raggiunto immediatamente la zona impervia del monte Cusna con un elicottero e che, sorvolando il cratere, ha confermato la fondatezza della segnalazione dell’escursionista. Di seguito l’intervista a Daniele Gamba, pilota esperto che ha individuato per primo i resti dell’elicottero schiantatosi sul Cusna. 

La foto dell'elicottero caduto in Appennino
La foto dell'elicottero caduto in Appennino

Elicottero precipitato sul monte Cusna: "Era dentro una nuvola"

​È bastato un momento per porre un punto a tre giorni di ricerche e speranze rivolte ai dispersi. Dal quartier generale degli assetti aerei, istituito all’aeroporto ‘Paolucci’ di Pavullo e coordinato dal colonnello Alfonso Cipriano, si è seguito con attenzione ogni passaggio delle operazioni di ricerca. Dopo due giorni senza novità, ieri mattina l’avvistamento da parte un runner sul monte Cusna (Reggio Emilia) ha indirizzato i soccorsi verso l’obiettivo: è qui che un elicottero della Aeronautica Militare, con a bordo tecnici del Soccorso alpino regionale e del soccorso alpino della Guardia di Finanza, imbarcati a Pavullo, ha ’rivolto l’attenzione’ durante i primi sorvoli della giornata, riuscendo verso le 11.20 a confermare che la segnalazione dell’escursionista era veritiera: proprio quello il punto (video) nel quale l'elicottero era precipitato, lasciando attorno a sé una voragine di alberi bruciati e resti metallici (video). Gli stessi rottami tra i quali, nel giro di un’ora, verranno ritrovati i corpi delle 7 vittime. A bordo dell’elicottero militare, oltre ai tecnici, un equipaggio composto da 4 uomini e una donna, partiti dalla base di Cervia. Ai comandi dell’HH-139 si trovava il maggiore Daniele Gamba, pilota esperto e comandante dell’83° centro Sar del 15° Stormo.

L’equipaggio dell’Aeronautica Militare, il maggiore Daniele Gamba è il secondo da sinistra
L’equipaggio dell’Aeronautica Militare, il maggiore Daniele Gamba è il secondo da sinistra

Comandante, era la prima volta che sorvolavate quella zona dell’Appennino reggiano?

"Da quanto mi risulta sì. In base alle informazioni e all’orografia del territorio, si era individuata un’area con alte probabilità di ritrovamento. Ma la zona del monte Cusna, fino a stamattina (ieri per chi legge, ndr ), presentava probabilità minori. Proprio per questo non era stata sorvolato l’Appennino reggiano con la stessa attenzione per la zona nella quale si era agganciato per l’ultima volta il cellulare, o dove l’elicottero era transitato nei giorni precedenti. Stamattina siamo partiti con una nuova informazione, ovvero la segnalazione di un runner, che ha poi portato al rinvenimento del relitto".

Da che altezza siete riusciti ad individuarlo?

"Quando abbiamo individuato i rottami eravamo a circa una settantina di metri. Da più in alto sarebbe stato impossibile".

Vi è balzato all’occhio qualche particolare?

"Abbiamo visto delle parte metalliche che luccicavano, ed erano rosse. Inoltre attorno c’era una serie di piante bruciate, al centro di un fitto bosco, che rappresentavano una difformità con il resto del paesaggio. Ciononostante, individuarlo non era per niente semplice: i pezzi si trovavano in un canalone, nei pressi di un ruscello".

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E a quel punto?

"Prima dell’avvistamento, avevo già fatto sbarcare del personale al rifugio Segheria, come mi era stato richiesto. Una volta tornati in volo, considerato che avevamo ancora del carburante a bordo da poter utilizzare, abbiamo sorvolato meglio la zona del ritrovamento. E, dopo averne accertato la rilevanza, ho immediatamente mandato le coordinate al campo base, per poi rientrare all’aeroporto di Pavullo ed effettuare rifornimento".

Da pilota esperto cosa ipotizza possa essere successo in quei drammatici momenti? Prima l’aggancio alla cella telefonica di Pievepelago, nel modenese, poi l’impatto sul monte Cusna, nel reggiano: sono tanti i tasselli a mancare in questa pagina di cronaca.

"Quelle sono indicazioni difficili da dare. Dai video che abbiamo visto, sappiamo solo che c’era maltempo: potrebbero, ad esempio, essere entrati in una nube, ma questa è solo una delle tante ipotesi plausibili".

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Questi giorni di pressione devono aver rappresentato uno sforzo notevole per tutti voi… "Noi abbiamo equipaggi che sono pronti a partire h24, 7 giorni su 7. Chiaramente, lavorando per tre giorni consecutivi di ricerche, c’è stato un immane sforzo in termini di ore di volo registrate dagli equipaggi e una turnazione stretta per garantire la disponibilità dell’equipaggio".

Avete avuto il tempo per riposarvi?

"Sì, assolutamente. Noi rispettiamo sempre quelli che sono i nostri criteri di riposo fisiologico. Siamo organizzati bene per avere turnazioni che comunque ci consentano di operare di continuo, altrimenti sarebbe impossibile fare tutto ciò".