Elisa e Luca, professione viaggiatori "Nel nostro primo libro i consigli su come rivoluzionarsi la vita"

La coppia di travel blogger ha 188mila follower: "Abbiamo sconfitto i tabù e sono successe cose speciali"

Elisa e Luca, professione viaggiatori  "Nel nostro primo libro i consigli  su come rivoluzionarsi la vita"

Elisa e Luca, professione viaggiatori "Nel nostro primo libro i consigli su come rivoluzionarsi la vita"

di Lara Maria Ferrari

Elisa e Luca, viaggiatori seriali professionisti, tornano sempre trasformati dai loro viaggi, e dal 18 aprile un po’ di questa trasformazione la potranno osservare anche i lettori che non li conoscono ancora, grazie al libro ‘Mi prendo e mi porto via. Diario emozionale di due viaggiatori’, di Elisa Paterlini e Luca Golinelli, edito da Mondadori. Chi lo pre-ordina avrà in regalo un’illustrazione inedita di Luca e potrà partecipare a un evento on line esclusivo, con possibilità di intervistare i suoi beniamini.

Di strada, letteralmente, i due blogger e content creator reggiani ne hanno fatta tantissima, se si pensa a quel 6 gennaio 2011, quando Elisa (San Martino in Rio, 1976) ha postato il primo post nel blog personale e ha incontrato Luca (Carpi, 1978) per la seconda volta, facendo scoccare la scintilla. Dal 2015 raccontare i loro eventi di viaggio è diventato un lavoro. Oggi hanno 188mila follower su Instagram, una scuola in cui insegnano i segreti del web e una formula vincente: "Amore, positività e il sorridere sempre alla vita. Un profilo deve rispondere a due requisiti, identità e riconoscibilità, e ciò che si evince dal nostro è la complicità fra me e Luca. Che traspare negli scatti, tendenti al romantico, con una leggera coloritura rosa, avvolti da una dimensione di sogno. Il messaggio è: fai della tua vita ciò che vuoi", raccontavano qualche tempo fa.

È il vostro primo libro ed è edito da Mondadori. Partite col botto.

"Siamo emozionati. È un sogno che avevamo nel cassetto. L’idea ci girava in testa e in tanti ce lo chiedevano però non avevamo ancora trovato la ‘quadra giusta’. Non volevamo fare la classica guida di viaggio ma neppure un’autobiografia celebrativa. Volevamo qualcosa che fosse di ispirazione per le altre persone, per aiutarle a diventare protagoniste della loro vita, giacché noi abbiamo rivoluzionato la nostra".

Che cosa si trova nel libro?

"Un mix di consigli e di mete alle quali siamo legati sia per la bellezza sia perché vi sono successe cose speciali. E poi risponde in pieno alla nostra unica regola: tornare dai viaggi trasformati, e diversi da come si è partiti. Ci sono le nostre esplorazioni, i collegamenti alla nostra vita e le difficoltà che abbiamo superato, ponendoci al centro e non come spettatori della nostra vita. Io ed Elisa abbiamo combattutto contro i nostri demoni, sconfiggendo i tabù, come quello per cui avere un bambino è di impedimento alla realizzazione di sé stessi, al viaggiare, dimostrando che non è così. Abbiamo sfatato tanti cliché con la nostra vita, il nostro amore e il nostro essere famiglia".

Ora dove siete?

"In Egitto, dove staremo fino all’11 aprile. Siccome Manina (il figlio, ndr) lo sta studiando a scuola, ci sembrava perfetto organizzare un viaggio lì".

Di recente avete fatto il giro del mondo. Com’è andata?

"Che esperienza! Era nato come risposta a ciò che stava accadendo a causa del Covid. Dissi ad Elisa: ’Guarda, non so se ci potremo trasferire all’estero, ma partiamo e stiamo via tutta l’estate’. All’inizio doveva essere un viaggio in Asia, ma avevamo anche una grandissima voglia di tornare in Australia... "

E avete ampliato le rotte...

"Avevamo solo i biglietti della partenza per Kuala Lumpur. Economicamente più dispendioso, lo sforzo è stato ripagato dal senso di libertà. L’idea era di non fare toccate e fughe, ma fermarsi un paio di settimane in ogni posto. La Malesia è particolarissima, divisa in due, e in quell’occasione ho realizzato il mio sogno di bambino: vedere il Borneo. Amo gli animali, Salgari, le avventure… ".

Ma occorre anche una guida esperta, vero?

"Abbiamo avuto la fortuna di trovare un tour operator locale che ci ha fatto vivere con le popolazioni autoctone, dormire con i cacciatori di teste… Poi abbiamo girato tutto il Vietnam, facendo scalo a Singapore, e siamo arrivati in Australia, dove abbiamo fatto ‘van life’, perché la meta si presta tantissimo. Stavolta ci siamo dedicati alla costa occidentale, la più selvaggia, noleggiando un furgoncino asiatico e trascorrendo nel Paese estate e inverno".

Lì si è coronato il sogno suo e di suo figlio di nuotare con lo squalo balena.

"Magnifico. Ricordo c’era molto turismo locale. Vietnam e Australia post Covid non hanno riaperto le porte agli stranieri da molto, perciò in certi momenti ci siamo trovati a essere quasi gli unici. Una signora âgé che sembrava uscita dal film premio Oscar Nomadland si sostentava con piccoli lavoretti. Loro intendono la vecchiaia in tutt’altro modo rispetto a noi".

Dove siete andati dopo?

"Ci siam chiesti, ma se il nostro viaggio invece di tornare indietro andasse in avanti? E quindi, Sydney e Hawaii, nelle cinque isole principali, sempre percorrendole in ‘van life’. Ma lì è più tosta rispetto all’Australia, perché ci sono poche infrastrutture e quelle poche sono molto costose. Poi da L. A. siamo tornati nella bella Europa, ammirando le costiere e i fari dispersi della Danimarca. Alla fine: 80 giorni di giro del mondo".

Fate anche formazione?

"Nel 2020 abbiamo lanciato la prima scuola italiana per diventare travel blogger professionisti. Attualmente i corsi attivi sono la Ig digital school e la Reels revolution academy".

Crisi climatica ed eco-sostenibilità, vi considerate molto o poco impattanti?

"Potremmo essere percepiti un po’ ‘bifronte’. La critica che ci può essere mossa è quella di aver preso parecchi aerei, ma cerchiamo sempre di rispettare le culture locali. Abbiamo viaggiato in Normandia con un impatto ambientale ridotto all’osso. Ora le persone sono alla ricerca di un turismo più esperienziale e tanti hotel di fascia alta prestano attenzione agli strumenti, come i saponi, che dotano di bustina per invitare i clienti a portarli a casa, e non sprecarli. A piccoli passi, a piccole abitudini il mondo sta cambiando".