"Energia, premi a chi razionalizza la produzione"

Tabarelli (Nomisma): "Ci sono ceramiche che rinunciano a ordini e meritano contributi. Tagliare gli sprechi? Hanno già fatto tantissimo"

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di Paolo Tomassone

Tutte riducono gli sprechi. "Ma a forza di fare la dieta si arriva a smettere di mangiare". Per evitare di dover spegnere i forni e interrompere la produzione di piastrelle, le imprese della ceramica non hanno tante opzioni a disposizione, se non quella di sperare che si trovi un rimedio alla chiusura dei rubinetti da parte della Russia. È quello che sta cercando il ministero della Transizione energetica che, però, in caso di emergenza potrebbe decidere di sospendere le forniture di gas. Le prime a subirne gli effetti sarebbero le industrie italiane (tra cui la GranitiFiandre del gruppo Iris Ceramica) che hanno scelto di partecipare alle aste indette da Terna per il cosiddetto servizio di ‘interrompibilità’. In alternativa "si dovrebbe cominciare subito a razionalizzare, per prepararsi all’inverno". Come spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.

Presidente abbiamo abbastanza gas per il fabbisogno attuale?

"Fino a ottobre teoricamente non abbiamo problemi. Ma va ricordato che in inverno la domanda di gas può essere quattro volte quella che abbiamo in estate e quindi dobbiamo avere sempre le scorte quasi piene perché nei giorni in cui c’è molto freddo ci deve essere molta pressione nella rete. Di gas adesso ne abbiamo a sufficienza, per questo dobbiamo come ogni anno stoccarlo nei vecchi giacimenti, come quello di Minerbio nel bolognese. Ripeto, in condizioni normali con la fornitura attuale non ci dovrebbero essere problemi".

Però non siamo in condizioni normali.

"Infatti la Russia ha chiuso i rubinetti e negli ultimi giorni abbiamo meno della metà dei volumi che avevamo un anno fa. Quindi abbiamo meno gas anche da mettere nelle scorte. Il ritmo di ricostituzione delle scorte non sta andando bene neanche se fossimo in condizioni normali, figuriamoci il prossimo inverno quando verranno a mancare i quantitativi dalla Russia che il nostro principale fornitore".

L’amministratore delegato di Eni Descalzi ha detto che non c’è da temere nulla.

"Invece non possiamo stare tranquilli. Per i prossimi giorni abbiamo gas a sufficienza, ma occorrere prepararsi per riempire subito le scorte prima che capitino altri problemi. Serve un razionamento, subito, finché c’è tempo, anche per preparare le imprese e le famiglie al peggio, sperando poi che non succeda niente".

Le imprese energivore rischiano però di dover interrompere la produzione?

"A chi è disposto già da subito a razionalizzare la produzione – penso per esempio alle ceramiche che decidono di rinunciano ad alcuni ordini di piastrelle – si deve ovviamente riconoscere un contributo per compensare le perdite e i mancati ricavi. Questo meccanismo può avvenire attraverso un’asta, come si sta facendo in questo momento la Germania. È una situazione emergenziale, ma è tutto nella normalità. Ma se quest’inverno ci troviamo con un’ondata di freddo, i tagli saranno inevitabili e si dovrà partire da chi consuma di più, quindi le fabbriche e le centrali elettriche perché non ci si può permettere di tagliare il riscaldamento alle case".

Non ci sono proprio alternative?

"È una questione di logica: se il prezzo dell’energia aumenta, la domanda si deve ridurre. Oggi non abbiamo visto una particolare riduzione della domanda, quindi non vedo tante alternative alle aste. Del resto siamo in una situazione di guerra, è un cataclisma umano, storico e anche energetico. Le bollette sono quadruplicate per le ceramiche, così come per le cartiere, le acciaierie e i cementifici, e piuttosto che pagare il gas così tanto e rischiare di chiudere…".

Forse si potrebbe provare a ridurre gli sprechi…

"Guardi la nostra industria, soprattutto quella di Sassuolo che denuncia da anni i prezzi dell’energia elettrica più alti rispetto altri paesi europei, ne ha fatti tantissimi di interventi in passato. A questo punto non rimane altro che tagliare e smettere di consumare. Qui non stiamo parlando di efficienza energetica, non possiamo pensare a fare una sorta di dieta. Dobbiamo prepararci al peggio perché la situazione è davvero difficile e si rischia davvero non di dimagrire ma di dover ‘smettere di mangiare’. Ecco perché dovremmo cominciare subito con i razionamenti".