"Era stanca, lo voleva mandare via di casa"

Le sorelle di Rossella Placati, l’operaia della Haemotronic uccisa un anno fa, testimoni in tribunale. L’imputato è l’ex convivente della vittima

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Sono state ascoltate come testimoni ieri in tribunale a Ferrara le sorelle di Rossella Placati, l’operaia di Bondeno dipendente della Haemotronic (sede di Mirandola), massacrata nella sua casa di Borgo San Giovanni, gruppo di case alle porte di Ferrara, nella notte tra il 21 e il 22 febbraio.Per il delitto è imputato l’allora convivente di Rossella, il ferrarese Doriano Saveri, artigiano di 46 anni.

"Non si confidava molto con me. Tanto che ho saputo dei problemi con Doriano soltanto pochi giorni prima che venisse uccisa". E’ la sorella Daniela, seduta al banco testimoni, a rispondere alle domande del pm Stefano Longhi e raccontare come era venuta a sapere che tra la sorella e il compagno la relazione era ormai giunta al capolinea. "Una settimana prima circa, quando eravamo insieme in auto perché la stavo accompagnando a una visita medica – ha proseguito Daniela – mi ha accennato per la prima volta che tra loro due non andava più, che la trattava male, le mancava di rispetto". Poi Daniela ha confermato che la sorella aveva aggiunto: "Mi manca di rispetto, mi tratta come una serva, lo voglio mandare via di casa". Era il 5 febbraio quando la vittima si confidò con la sorella, tre giorni dopo sempre Rossella le inviò un sms dal contenuto inequivocabile: "Ciao Daniela, ti chiedo di non mandare nulla a Doriano, lo voglio mandare via di casa, non mi chiedere nulla poi ti spiegherò". "Una spiegazione che non ha fatto in tempo a darmi – ha aggiunto con il nodo alla gola Daniela – non c’è stato il tempo". La sorella ha anche ripercorso il passato della vittima, in parte burrascoso con l’ex marito e padre dei figli: "Ma negli ultimi anni la situazione era migliorata – ha concluso e tra loro il rapporto era tornato civile". Prima di andarsene, Daniela ha anche sottolineato che la sorella le aveva confessato che il compagno "si era rifiutato di ccompagnarla a questa visite che Rossella faceva perché da tempo non stava bene".

Dopo Daniela, è stata la volta di Ines, l’altra sorella della vittima. "Non mi aveva raccontato che le cose tra di loro non andavano – ha spiegato – Rossella era estroversa, parlava molto con noi, ma allo stesso tempo riservata sulla sua vita privata. Con Doriano si erano conosciuti da due anni circa, poi la convivenza. Qualche volta avevamo cenato insieme". Poi quell’episodio di domenica pomeriggio, poche ore prima della morte che riletto oggi è agghiacciante. "Ero a casa – ha ripercorso con la mente Ines – ho sentito bussare alla porta, quando sono andata ad aprire mi sono trovata davanti Doriano. All’inizio tranquillo, poi con un’agitazione crescente ha cominciato a chiedere scusa a me e a mio marito, ma anche a dire che Rossella stava parlando male di lui, andava dicendo che era un drogato e poi quel passaggio finale ’Domani ve ne accorgerete’. Ancora oggi mi pento di non aver dato peso a quella frase, ma sinceramente all’epoca interpretai il tutto come un periodo difficile, di litigi, ma niente di più". Purtroppo, forse, non era solo questo.

L’udienza di ieri si è chiusa con il racconto del figlio maggiore di Rossella, Vanni. "Non sapevo molto dei rapporti tra mia madre e Saveri – ha spiegato rispondendo alle domande del pm – Mio padre una settimana prima circa mi aveva raccontato, però, che lei voleva mandarlo via di casa. Che tra loro non andava più".

Cristina Rufini