Escono due consiglieri ‘civici’ A Fiorano la maggioranza è debole

Stefano Manfredini e Donato Gualmini passano al gruppo misto: "Poco coinvolgimento"

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Se non vacilla, la maggioranza di centrosinistra a Fiorano adesso è comunque più debole. I due consiglieri comunali Stefano Manfredini e Donato Gualmini hanno annunciato, formalizzandole in una lettera, le dimissioni di Manfredini da capogruppo e l’uscita dalla lista civica che sostiene il primo cittadino Francesco Tosi proclamandosi ‘indipendenti’. Passeranno entrambi al gruppo misto. "Ma non usciamo dalla maggioranza, manteniamo le linee di mandato che ci siamo prefissi – puntualizza Manfredini raggiunto al telefono –. La nostra decisione è maturata tirando le somme di questi primi due anni. E ci siamo resi conto che sta crescendo l’insoddisfazione". In primo luogo, "il coinvolgimento nelle decisioni è scarso. Si finisce in aula a votare scelte già prese dalla giunta". In seconda battuta, "abbiamo bisogno di sentirci con le mani un po’ meno legate, liberi di fare proposte. Intendiamo porci in quel ‘centro indipendente’ che nel nostro Comune non è mai esistito, sottoponendo al dibattito esclusivamente problemi concreti del territorio che possono essere votati da tutte le forze in Consiglio perché non sono targati politicamente. Senza sentirci obbligati a votare per esempio ordini del giorno partitici calati dall’alto. Il ruolo di ciascun consigliere non dovrebbe essere quello di supportare l’amministrazione a priori e in nessuna occasione dovrebbe assomigliare ad un tifo da stadio: in ‘gioco’ c’è il nostro paese". Punto terzo, "osserviamo una certa inefficienza nelle manutenzioni ordinarie: dal verde pubblico agli asfalti; opere necessarie nelle frazioni, in particolare modo Nirano ed Ubersetto; lavori pubblici che dovevano concludersi entro lo scorso mandato e che rimangono prioritarie, dall’edificazione delle nuove scuole, all’illuminazione pubblica e rotatorie". I due consiglieri restano dunque in maggioranza, ma come succede sempre in questi casi "si riservano di votare liberamente caso per caso", senza ferrei vincoli di maggioranza. In soldoni, vuol dire che se su una decisione, magari importante, Gualmini e Manfredini decidono di votare contro, la maggioranza la spunterebbe per nove a otto (7 Pd, incluso il voto del sindaco, più gli altri due rimasti nella lista civica).

Gianpaolo Annese