Maxi evasione fiscale, nei guai azienda di moda di Carpi

Un 'tesoro' non dichiarato da 17 milioni; la Finanza ne ha già recuperati 6,3. La complessa frode sarebbe stata originata da una riorganizzazione societaria

Finanzieri al lavoro

Finanzieri al lavoro

Modena, 14 dicembre 2019 - Un’evasione fiscale da 17 milioni di euro messa in atto da un’azienda di moda del distretto carpigiano. É la complessa frode scoperta dalla Guardia di Finanza della provincia di Modena al termine di una lunga indagine iniziata quando, nel 2015, l’azienda ha avviato un’operazione straordinaria di riorganizzazione societaria.

Secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle diversi anni fa uno dei soci, indagato, erogò un prestito fruttifero alla società stessa finalizzato ad acquisirne una quota di partecipazione. Nel 2015 la società e il socio hanno concordato l’estinzione anticipata del finanziamento fruttifero senza tuttavia rilevare la quota di interessi che nel frattempo era maturata. In sostanza, nel corso degli anni il prestito ha prodotto una plusavalenza che non è stata dichiarata al Fisco, né dal socio e né da parte della società. Un ’tesoro’ nascosto che si aggira intorno a 17 milioni di euro e di cui l’Erario era totalmente all’oscuro.

L’operazione non è passata inosservata ai finanzieri che hanno avviato "un attento e minuzioso esame del contenuto della documentazione contrattuale esibita e rinvenuta" spiegano dal comando provinciale della Finanza, "e su un approfondito studio degli istituti giuridici e dei riferimenti normativi" per arrivare a far luce su tutti i passaggi della vicenda. Verifiche fiscali che sono andate avanti per anni fino a quando i finanzieri hanno avuto sufficienti prove per denunciare sia la società di capitali che il socio in quanto persona fisica: la società è accusata di omessa applicazione di ritenute alla fonte per un importo di circa 3 milioni e 500mila euro mentre al socio viene contestata l’omessa dichiarazione di redditi di capitale per oltre 13 milioni di euro.

Dell’ammontare complessivo, 6 milioni e trecento mila euro sono già stati recuperati e versati all’Erario assieme alla Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate. La notizia ha ovviamente scatenato un putiferio di commenti nel distretto carpigiano, da parte della Finanza c’è il massimo riserbo sul nome dell’azienda coinvolta nell’indagine.