«Ex Amcm, i conti non tornano: fare chiarezza»

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PROVATE a immaginare di dovere vendere casa e accettare la prima offerta, qualunque essa sia. E poi scoprire solo qualche mese dopo che la vostra abitazione valeva più del doppio. Pessimo affare per voi, super occasione per chi ha comprato. Questo scenario sembra sposarsi perfettamente con i conti di uno degli interventi di riqualificazione più attesi e travagliati: il recupero dell’ex Amcm, il cui programma di riqualificazione urbana (Pru) è stato approvato il 4 aprile scorso dal Consiglio. I restyling degli edifici ex Aem ed Enel sono praticamente cosa fatta e tutto grazie a una serie di risorse pubbliche da bandi e fondi europei. C’è però una parte del complesso di cui si occuperà il raggruppamento di imprese private guidate da Cmb, che nel luglio 2018 si è visto cedere due terzi dell’area (quasi 9mila metri quadrati): toccherà a loro realizzare 64 abitazioni, parcheggi, supermercato e tanto altro, per dare vita al ribattezzato Parco della Creatività. Ma a che prezzo?

AD APPROFONDIRE il quadro economico dell’operazione è la lista ‘Modena Volta Pagina’. Il tutto è contenuto negli atti ufficiali e nelle relazioni del Collegio dei Periti del Servizio Patrimonio del Comune. Cosa emergerebbe? In primis che «gli immobili ceduti alle imprese sarebbero stati sostanzialmente svenduti». Come spiegato dall’architetto Ezio Righi (presenti anche la candidata Coriani, Chincarini, l’urbanista Carapellese e l’architetto Fornaciari) «nel quadro economico datato 25 gennaio 2018 appare che i privati capeggiati da Cmb sono entrati in possesso degli immobili per 5 milioni e 735mila euro in cambio di opere a vantaggio della collettività. Un anno dopo però - il 27 febbraio 2019 - nelle controdeduzioni del Collegio dei Periti alle osservazioni di Italia Nostra, emerge che il valore degli stessi immobili sarebbe pari a 8,2 milioni di euro, cifra poi ridotta di oltre due milioni e mezzo nella settimana seguente e stabilito intorno a 5,6 milioni, in linea con quanto offerto dai privati».

«DA CIÒ APPARIREBBE - spiega Righi - che il Comune avrebbe ceduto gli immobili l’anno prima senza sapere quanto valessero realmente». Ma non finisce qui: perché applicando il regolamento comunale sulle proprietà «questo valore schizza straordinariamente all’insù, a circa 12,2 milioni di euro». Righi mette poi l’accento sulle opere che competeranno alle imprese (quasi 9 milioni di euro dal quadro economico). Il progetto più importante è la palestra del Sigonio, valutata 2 milioni e 255mila euro, per cui il Comune coprirà 2 milioni, lasciando alla ‘squadra’ di Cmb solo 255mila euro da investire. C’è poi una voce di 1,8 milioni che il raggruppamento pagherà le urbanizzazioni. Ma come precisato da Righi, «è dal 1967 che tali opere vengono realizzate da chi attua gli interventi edilizi e cedute gratuitamente all’amministrazione».

E ANCORA: un’ ulteriore fetta di 2,9 milioni di euro sarà soddisfatta dai privati con la creazione di 484 posti auto pubblici, di cui però 356 saranno riservati ai fabbricati residenziali, commerciali e agli uffici: proprio questa funzionalità ‘esclusiva’ li farebbe rientrare tra i parcheggi che per legge sono a carico del costruttore. Al netto, solo un centinaio i posti auto rimarrebbe ad uso veramente pubblico, pari a quasi 30mila euro a posteggio. Messi in fila questi calcoli, deducendo le opere comunque dovute al Comune gratuitamente e il costo reale degli immobili, il conto complessivo degli interventi offerti dalle imprese non sembrerebbe arrivare ad un milione di euro.

«DI FRONTE a questi conti non vogliamo esprimere pareri, ma chiediamo al Comune di fare chiarezza e spiegarci se è tutto vero». «E’ da un anno - dice Chincarini - che tra commissioni e consigli chiedo chiarezza. In una seduta mi è stato addirittura risposto che se ritenevo sbagliati certi valori dovevo adoperarmi a produrre documenti e calcoli esatti, ma questo è pericolosissimo politicamente, in quanto devi essere tu Comune a dimostrarmi che hai ragione, non il contrario». Sia chiaro, nessuno - spiegano i presenti - vuole affossare il recupero dell’area, piuttosto a essere messa in discussione è la volontà di coinvolgere a tutti i costi i privati».