Ex pompiere travolto e ucciso. Sit-in e petizione dopo l’incidente: "Servono spazi sicuri per i ciclisti"

Associazioni, tra cui Fiab e famigliari vittime della strada, hanno ’occupato’ ieri un tratto di via Nonantolana. La figlia dell’89enne: "Non si ripetano tragedie così". Firme per chiedere la rivoluzione Modena30.

Un’iniziativa per ricordare Andrea Della Casa, travolto e ucciso da un’auto il 7 dicembre scorso mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali conducendo a mano la sua bicicletta. Proprio lì, su quel tratto della Nonantolana teatro della tragedia ieri mattina è stato organizzato una sorta di sit-in da ex colleghi della vittima e associazioni impegnate per la sicurezza stradale. Un grande cartello per chiedere la zona 30 e una ghost bike per ricordare Andrea Della Casa, 89 anni, ex vigile del fuoco in pensione. La sua morte ha destato un’ondata di commozione al comando di via Formigina e all’associazione Vigili del fuoco alla quale Andrea era iscritto. "Mio padre andava spesso in bicicletta – le parole della figlia Luisa che ha voluto essere presente –, da quanto ho saputo quel giorno stava attraversando la strada sulle strisce pedonali con la bicicletta a mano, era appena uscito dal negozio di fronte che aggiusta le bici. Faceva sempre questa strada per andare a casa. Ho voluto essere presente per mio padre ma anche per ricordare che qui vicino ci sono due scuole. Occorre fare qualcosa affinché non accadano tragedie come quella successa a mio padre". Il bilancio 2023 degli incidenti stradali nel modenese vedrà numeri in crescita. Proprio per questo si chiede un cambio di rotta che passa attraverso una riduzione della velocità ed una riorganizzazione delle strade, pensate non solo per le auto ma anche per ciclisti e pedoni. E’ stata così lanciata una petizione. "Chiediamo degli interventi seri perché a Modena è dal 2005 che non c’è un’inversione di tendenza – ha detto Davide Paltrinieri, vice presidente Fiab e referente Modena 30 – ci sono almeno dodici morti all’anno per incidenti stradali e anche i feriti non calano drasticamente. Vanno bene i controlli ma occorre intervenire anche sulle strade; redistribuire gli spazi perché la strada è di tutti. Sappiamo che il Comune con i Pums 2030 intende fare delle modifiche sulla mobilità ma occorre accelerare". "Le prime tre cause di incidenti, in base ai dati Istat sono velocità eccessiva, distrazione e mancata precedenza – ha precisato Francesco Soci, dell’associazione Aria – per questo stiamo raccogliendo firme per Modena città 30. In molte città europee con il limite dei 30 all’ora si è visto un calo degli incidenti di almeno un terzo, senza impattare sui tempi di spostamento". Presente all’iniziativa anche Franco Piacentini, presidente dell’Associazione familiari vittime della strada.

Emanuela Zanasi