Fa ingrassare, ma è così buono... Gnocco assolto

Il processo dello scorso 25 settembre, con tanto di giudice, pubblico ministero, avvocato della Difesa, cancelliere, marziali nella loro toga e naturalmente i testimoni a favore e contro, ha visto in discussione la liceità del gnocco fritto, perseguito dall’implacabile Pubblico Ministero Paolo Massobrio, forte degli inequivocabili capi d’accusa: l’ambiguità identitaria (si chiama gnocco fritto a Modena e a Reggio Emilia, pinzino a Ferrara; chisolino a Piacenza; torta fritta a Parma; piadina fritta in Romagna); l’estrema semplicità di esecuzione; l’insalubrità; la scorrettezza grammaticale; l’essere antiestetico (tutti sanno che fa ingrassare); l’essere antietico, nei confronti di minoranze e di vegani. Un dibattimento dai toni accesi, dove sono volate parole grosse: "il gnocco è diabolico, un impasto letale e indigeribile, un mattone per lo stomaco e i suoi difensori sono tutti sovrappeso…", risultando lampante che non sarebbe stato semplice spuntarla per il gnocco e i suoi fratelli. Di contro la Difesa evidenziava la bontà e la fragranza della golosa specialità geminiana, sinonimo di cultura, tradizione, memoria, condivisione, socialità, come è stato ricordato il gnocco contribuisce sensibilmente al Pil modenese, con centinaia di bar e ristoranti che lo friggono ogni giorno. Sul banco dei testimoni ristoratori, intellettuali, sportivi, medici, con motivazioni più che nobili e argomentazioni validissime, ma quando due testimoni a favore non si sono presentati in aula, il gnocco se l’è vista davvero brutta. Tutto ormai sembrava perduto con grande disappunto del pubblico e della Difesa. Poi quando il giudice è entrato in aula e ha letto il verdetto: "Il gnocco fritto viene assolto con formula piena", i gaudenti presenti hanno tirato un respiro di sollievo e si è levato un fragoroso applauso. Sembrava proprio di trovarsi in un’aula di tribunale ma era il Cortile dei Pio a Carpi, dove si è consumato il processo al gnocco fritto, organizzato da Angelo Giovannini durante l’evento Emilia Food Fest.

Luca Bonacini