False certificazioni: condannato a 4 anni

Dopo essersi fatti accreditare importanti somme di denaro, facevano ottenere l’idoneità linguistica italiana agli stranieri – certificato Celi - sottoponendoli a falsi esami. Si è chiuso ieri il maxi procedimento che vedeva alla sbarra cinque persone accusate a vario titolo di corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Per due degli indagati erano già ‘fioccate’ pesanti condanne in abbreviato. Fernando Lanuti, 42 anni e la moglie Susanna Penzo, 48 che insieme gestivano l’agenzia Diffusion World srl, centro di formazione linguistica con sede operativa a Marghera (Venezia) si erano beccati sei anni a testa. Ieri, con dito ordinario, è stato invece condannato a quattro anni e sei mesi il tunisino accusato di gestire ‘l’organizzazione’: ovvero di procacciare i clienti per poi sottoporli ai finti esami, fornendo loro anche le risposte. Il pm aveva chiesto per l’imputato otto anni di carcere.

Nei confronti dello straniero è rimasta in piedi l’accusa di corruzione ma non quella per falso ideologico. per cui è stato assolto. Assolto per insufficienza di prove anche un cittadino cinese che figurava tra i ‘clienti’: ovvero uno degli stranieri che aveva versato la somma di denaro per ottenere il certificato. Il sistema – secondo le indagini della squadra mobile - faceva capo ad un ’Centro di Formazione linguistico’ accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia ma che si ‘snodava’ in tutto il Nord Italia, dove erano situate le sedi d’esame, anche a Modena (in una macelleria) e Carpi (in un hotel). Secondo le indagini la coppia di italiani condannata in abbreviato incassava somme tra i 400 ed i 600 euro per ciascun candidato.