"Fate il vostro gioco, il processo alla Banca Romana”

Lo spettacolo stasera all’interno del festival della giustizia

L'avvocatessa Chiara Padovani

L'avvocatessa Chiara Padovani

Modena, 20 maggio 2023 – "Non ci sono mai soggetti totalmente colpevoli o totalmente innocenti, anche il peggiore dei criminali a volte è vittima di un fantasma che può essere il potere o un ideale che non vuole sentire voci diverse". E' il messaggio che Chiara Padovani, avvocato penalista con la passione del teatro, lancia attraverso lo spettacolo "Fate il vostro gioco, il processo alla Banca Romana - opera sugli eterni ritorni degli scandali politico finanziari italiani" in programma sabato sera (ore 21) al Teatro Michelangelo (ingresso libero fino a esaurimento posti). La rappresentazione fa parte degli eventi del Festival della Giustizia in corso a Modena e che si conclude domenica 21 maggio.

"La rappresentazione - dice ancora l'avvocato Padovani, voce narrante dell'opera e autrice di soggetto e sceneggiatura - vuole anche essere un ponte ideale fra due mondi diversi ma vicini come la Giustizia penale la società civile".

Nel processo alla Banca Romana del 1892, il primo scandalo dell’Italia unita, affondano le loro radici quei lacci malsani tra poteri forti, economia e criminalità mafiosa che avviluppano alcuni tra gli eventi contemporanei più tragici ed irrisolti del nostro Paese, con il loro fardello di assassinii dichiarati e morti sospette. Su questi eterni ritorni, attraverso colpi di scena temporali, i personaggi dell’opera si trovano, loro malgrado, riuniti intorno ad un tavolo da gioco, le cui regole sono decise da un ospite misterioso quanto emblematico (Aleksej Ivànovic),- per dar vita sia ai protagonisti di quell’epoca, sia a quelli, simbolici dei fantasmi del ‘potere’ e del ‘coraggio civile’. Donne intrepide relegate ai confini più estremi della storia (Rosalia Montmasson e Henriette Boissier), nobildonne dell’establishment (Donna Lina Crispi), giocatori per vocazione al danaro altrui (Bernardo Tanlongo) o per abilità politica (Giovanni Giolitti), giudici di moralità o di fede (Giudice e Cardinale), uomini impegnati per la legalità solo colla penna Intellettuale engagé) o con la propria vita (Emanuele Notarbartolo). Su tutti loro riecheggia la passione per il bene comune (Risorgimento), ormai lontana.

Incalzano i dialoghi serrati e ironici gli interventi di Voce Narrante, dell’opinione pubblica (Stampa) e di un canto popolare dell’epoca, di straordinaria attualità.