Fausto Gianelli Modena. "Io, sentinella nei processi per i colleghi turchi"

Il penalista a Istanbul con un gruppo di professionisti europei: "Tanti avvocati, oppositori di Erdogan, arrestati e condannati ingiustamente"

L’avvocato Fausto Gianelli in Turchia

L’avvocato Fausto Gianelli in Turchia

Modena, 16 ottobre 2019 - Mentre la Turchia porta avanti la pericolosa offensiva nel nordest della Siria una delegazione di avvocati, tra cui un penalista modenese scendono in campo per una m issione complicata : difendere i propri colleghi condannati per aver difeso oppositori del governo di Erdogan. Tra i legali arrivati in Turchia lunedì anche Fausto Gianelli per i giuristi democratici. «La missione coinvolge 15 avvocati europei per conto di varie associazioni e ordini. Siamo qui in qualità di osservatori per verificare la regolarità dei processi in corso, durante i quali sono stati arrestati diversi colleghi turchi. Nel primo erano accusati 22 avvocati, nel secondo 20».

In cosa consiste la spedizione? «Alcuni di noi sono stati nominati codifensori dei colleghi turchi e lunedì siamo andati a visitarli in carcere. Qui l’aria è tesa: tutti temono di poter essere arrestati e, come diceva Timtik, la collega che ha visto ieri confermata dalla Corte d Appello la sua condanna a 18 anni e 9 mesi, le prospettive non sono per niente buone».

Che situazione avete trovato una volta arrivati? «Gli avvocati devono avere il diritto di difendere: siamo qua affinchè si rispetti questo diritto. Ma è dura: abbiamo visto ragazzi esprimere dissenso per quanto avviene in Siria. Sono stati arrestati. La repressione legata alle ultime scelte di Erdogan è forte. Il nostro ruolo è quello di seguire i due processi in corso, considerati dall’associazione degli avvocati europei particolarmente gravi. Poichè la Turchia non fa parte dell’UE ma del consiglio Europeo dei diritti umani si - ed è dunque soggetta alla convenzione e alla giurisduzione della corte di Strasburgo - è chiamata a rispettare regole fondamentali per la tutela dei diritti umani e per la regolarità dei processi».

E cosa avete appurato? «Durante i processi i testimoni erano oscurati, in video conferenza da lontano e con voce distorta. Nessuno sa chi siano e solo il giudice ha fatto domande. Dopo le loro dichiarazioni gli avvocati sono stati così condannati senza che fosse stata data loro la possibilità di far parlare pure i loro testi, che non sono stati ammessi».

Quindi è arrivata subito la sentenza? «In tempi rapidissimi e senza motivazione: la corte d’appello ha confermato quella di marzo in primo grado. Ora gli avvocati faranno ricorso in Cassazione. Gli ordini professionali esprimono viva preoccupazione per la situazione turca: la figura degli avvocati è sotto accatto perchè difende oppositori politici: sono accusati di terrorismo e detenuti in regime speciale. Abbiamo incontrato il presidente dell’ordine e fatto una conferenza stampa a Istanbul, dichiarando che entro dicembre presenteremo un report alla commissione diritti umani e alla Corte Europea per contestare quanto sta accadendo qui in Turchia. I diritti delle minoranze, degli oppositori e degli avvocati non sono più garantiti».