Fdi, niente esterni al partito Da Iseppi a Carletti: ecco la rosa

Migration

Il partito di Giorgia Meloni a livello nazionale il 25 settembre potrebbe fare man bassa dei consensi, secondo in sondaggi. E anche se in Emilia Romagna gioca palesemente fuori casa, Fratelli d’Italia mira ad aumentare i propri eletti anche nella regione più ostica. In questi giorni il coordinatore regionale Michele Barcaiuolo (nella foto) è alle prese col sudoku, non sulla spiaggia sotto l’ombrellone, ma nella sede del partito a Bologna per incastrare i nomi da portare il 10 agosto al vaglio di Roma. Bocche cucite per ora da parte dell’interessato, ma nel partito gli spifferi rimandano ad almeno una dozzina di personalità emerse in quota Modena: di queste tuttavia solo un manciata ha realisticamente la possibilità di superare la scrematura nazionale, considerando che la regione conterà venti candidati di Fratelli d’Italia in tutto: l’ultima parola è di Meloni. La fascia di età delle figure selezionate è compresa tra i 40 e i 50 anni, si punta su persone che hanno svolto attività amministrativa o che si sono dimostrate particolarmente abili nella gestione del partito. La strategia di fondo è se si vuole opposta a quella che sta adottando il centrosinistra: puntare su persone che masticano politica, che hanno esperienza nella gestione degli enti pubblici, "senza avventurismi che riempiono il Parlamento di incompetenti della politica".

E allora nella girandola di nomi, oltre a quello, ormai scontato, di Michele Barcaiuolo (sebbene anche su di lui sarà fatto una riflessione dato che il partito considera importante anche il suo ruolo di coordinatore regionale, e la centralità che in questi anni ha assunto in assemblea legislativa come uno dei leader dell’opposizione a Bonaccini), spuntano l’ex vicesindaco di Pavullo e attuale capogruppo di Fratelli d’Italia Daniele Iseppi, la segretaria cittadina di Carpi Federica Carletti (nella foto), l’ex assessore di Finale Monica Malaguti, l’ex presidente dell’ordine degli avvocati Daniela Dondi, prima dei non eletti in Regione. Figure che dovranno fare i conti naturalmente, oltre che con la corazzata avversaria del centrosinistra, anche con i big interni: escludendo gli undici collegi uninominali, Modena può contare su un collegio alla Camera e uno al Senato, ma verosimilmente solo uno dei due andrà a Fdi, l’altro agli alleati.

È chiaro che chi viene candidato – le previsioni rimandano alla possibilità che della rosa di cui sopra potrebbero trovare spazio al massimo in due – deve sperare di essere collocato nei listini proporzionali in posizioni competitive. Ragionevolmente in seconda posizione (la terza è già considerata fuori gioco) considerando che la prima potrebbe essere appannaggio dei vari Galeazzo Bignami, Tommaso Foti, o magari di altre candidate donne di primo piano del partito presenti in altre regioni e candidate in Emilia. Le quali se elette altrove potrebbero lasciare il posto al secondo.

g.a.