Ferme anche le aziende forestali "Non avremo legna per l’inverno"

Scorte 2019 già esaurite, incombono le scadenze per il taglio degli alberi Intervengono Anci e sindaci

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Maltempo e divieti per l’emergenza coronavirus stanno incidendo negativamente sulla diffusissima attività di taglio dei boschi in Appennino per legname da riscaldamento, specie considerando che per legge il taglio del cerro deve cessare il 15 aprile e quello del faggio il 15 maggio. L’associazione nazionale dei comuni italiani Anci e vari sindaci stanno scrivendo al governo per esporre il problema, ma il tempo che resta è breve e varie aziende hanno già esaurito le scorte 2019. "Siamo fermi da 15 giorni – spiega Attilio Amidei dell’omonima apprezzata Azienda Agricola con sede a casa Manzi di Riolunato – e non sappiamo quando potremo riprendere il lavoro. Se non ci saranno interventi, sarà a rischio l’approvvigionamento di legname da riscaldamento soprattutto nella prossima stagione invernale. Si avvicinano le scadenze ai divieti ma siamo fermi. Con responsabilità abbiamo sospeso anche il taglio per l’autoconsumo, che sarebbe consentito ma ci è stato consigliato di non farlo perché potrebbero capitare incidenti sul lavoro e ricoveri da evitare in questo periodo".

Controlli sono effettuati da Carabinieri-Forestali. L’Anci vista la situazione ha invitato i sindaci a scrivere ai ministri del governo per inserire tra le attività consentite quelle rientranti nel codice Ateco 02 (silvicoltura e attività forestali). Le imprese del settore, dice l’Anci, hanno dei vincoli per completare le operazioni forestali previste dai piani di taglio. Le tempistiche a disposizione delle imprese sono già molto ridotte e non sufficienti anche nel caso in cui questa situazione emergenziale terminasse in tempi brevi. Inoltre, "le imprese impegnate nella produzione di legna da ardere, se non completeranno le attività forestali, si troveranno prive del materiale da immettere sul mercato nella prossima stagione invernale, dopo opportuna stagionatura e stoccaggio, col rischio di alimentare ancor più le importazioni e subire la distribuzione di un prodotto non adeguato a una corretta combustione. Questo ultimo punto, vale anche per le ditte boschive che producono legno cippato destinato alle caldaie, alle reti di teleriscaldamento o di cogenerazione". g. p.