Modena, 9 ottobre 2018 - L’occasione era speciale. La macchina, anche. Il luogo che faceva da palcoscenico, il museo modenese del Mef, pure. E insomma, è accaduto. Credo che mai un’asta ospitata dalla terra dei motori (e di tanto altro, eh) abbia fatto registrare un esito del genere. 865mila euro. A tanto è stata aggiudicata l’ultima Ferrari di Sergio Marchionne. Un modello F12 Tour de France, un gioiello che il compianto presidente aveva deciso di mettere a disposizione di Piero Ferrari per una causa nobile, la raccolta di fondi a beneficio della ricerca contro la distrofia muscolare e altre malattie degenerative.
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Il figlio del Drake ha avuto il merito di scommettere su Modena come teatro di un evento che benissimo avrebbe potuto trovare sede a New York o a Parigi. Al Mef sabato sera c’erano signori e signore in arrivo dalla Cina, dall’America, dalla Corea, dalla Germania. E c’era quella vettura, quella Ferrari particolare, resa unica dalla vicenda umana di Marchionne.
I maestri d’asta di Sotheby’s sono andati sul sicuro: avevano offerte anche ‘in remoto’, da clienti da lontano collegati con Modena, pronti ad alzare l’offerta via web.
Io ero lì e sono quasi stato sfiorato dalla tentazione di aggiungermi alla gara: per fortuna mia moglie, con il consenso garbato di Piero Ferrari, mi ha convinto che tra spread e reddito di cittadinanza verte spese non ce le possiamo permettere, in famiglia.
Scherzi a parte, alla fine della fiera, cioè dell’asta, la F12 Tour de France se l’è portata a casa un gentiluomo britannico presente in sala, dopo un acceso duello con un asiatico. Rilancio su rilancio, si è materializzata quella somma.
Ottocentosessantacinquemila euro per una automobile che è un’opera d’arte, cioè è un pezzo della modenesita’ migliore, a patto di capire cosa si intenda nel senso migliore del termine. L’intera serata al Mef ha fruttato un incasso superiore al milione di euro.