Filippo Graziani canta papà Ivan a Pavullo

Stasera alle 21 sul palco del Mazzieri: "Da una decina d’anni ripropongo dal vivo la sua arte e il bagaglio musicale genetico che mi ha lasciato"

Filippo Graziani canta papà  Ivan a Pavullo

Filippo Graziani canta papà Ivan a Pavullo

di Stefano Luppi

"Siamo musicisti polistrumentisti e sul parco portiamo musica vera, senza autotune e basi varie", spiega Filippo Graziani. Arriva a Pavullo un omaggio a uno dei più amati cantautori italiani, Ivan Graziani scomparso nel 1997, che più omaggio non si può. Lo mette in scena, infatti, il figlio dell’indimenticabile autore di Lugano addio, Firenze, Maledette malelingue, Filippo appunto. ’Arcipelago Ivan’, a cura di Ater Fondazione, è in scena oggi alle 21 al cinema teatro Walter Mac Mazzieri di Pavullo (biglietti, 19 euro, per info 0536.304034 e cinemateatromacmazzieri.it). Insieme a Graziani, voce e chitarra, a riproporre tutte le sfaccettature artistiche di Ivan saranno Tommy Graziani (batteria), Francesco Cardelli (basso e chitarra acustica), Stefano Zambardino (pianoforte, fisarmonica e tastiere) mentre la regia dello spettacolo è di Gigi Bischi.

Filippo, suo papà Ivan Graziani è stato un indimenticabile cantautore, molto apprezzato, perché ha deciso di portarlo in scena?

"È ormai una decina di anni che lo faccio e ho alle spalle vent’anni di professionale musicale, due dischi e ora proprio da Pavullo ripartiamo con la seconda parte della tourneé. Lo portiamo sulla scena proprio per continuare a cantare dal vivo le sue canzoni e così mi dedico alla sua arte, io che avevo 15 anni quando se n’è andato e avevo altri interessi anche se qualche volta sono andato a suoi concerti".

Quali sono le difficoltà di uno spettacolo di questo tipo per lei che è il figlio?

"Beh ormai lo faccio da tempo, anche se ogni volta cerco qualcosa di diverso, un punto di vista, uno spunto per raccontare papà a 360 gradi. Lo facciamo tramite una ventina di canzoni, ma anche con divagazioni, leggendo suoi scritti a esempio". Come scegliete la scaletta? "Scelgo le canzoni e appunto anche gli scritti di Ivan Graziani in modo funzionale rispetto allo spettacolo. Cerco cioè di avere sotto controllo la dinamica dell’evento che non è mai uguale al precedente e per questo alcune canzoni ci sono a volte e altre volte no. Si tratta di uno spettacolo molto coerente, ritengo".

Come reagisce in genere il pubblico?

"Forse non dovrei dirlo io, ma penso bene, mi pare sempre molto contento e ciò è attestato via via dalla affluenza. Tutto ciò è importante per noi".

Cosa le ha lasciato suo papà al di là delle canzoni che sono un po’ di tutti?

"Oltre a un disturbo gastrico dice? Tornando seri, dal punto di vista musicale penso mi abbia lasciato un senso di vicinanza alla chitarra, una predisposizione a cantare determinate cose. Diciamo amore per la musica e senz’altro un bagaglio musicale genetico".