Fine del Superbonus al 110% Comune sommerso dalle richieste

Il termine scadeva ieri. Solo negli ultimi giorni sono arrivate 710 domande, da gennaio a ottobre erano 894. L’assessore Vandelli: "Positiva la voglia di riqualificazione energetica. Il governo doveva prorogarlo"

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di Gianpaolo Annese

Isolamenti termici, sostituzione degli impianti di riscaldamento centralizzati, coibentazioni del tetto. Ufficio pratiche edilizie del Comune sommerso negli ultimi giorni per la corsa a strappare in extremis il superbonus al 110 per cento nel 2023. Ieri scadeva il termine per deliberare l’apertura dei cantieri nelle assemblee di condominio, l’ultimo giorno utile per depositare (a ieri erano escluse proroghe) la Cilas, la Comunicazione di inizio attività asseverata, e avvalersi del superbonus al 110 per cento. Chi non ce l’ha fatta dovrà ‘accontentarsi’ del 90 per cento invece del 110, anche se potrà comunque assicurarsi l’aliquota più elevata sulle spese sostenute di qui a fine anno.

Una ’tagliola’ che ha costretto agli straordinari gli amministratori di condominio e messo sotto pressione gli uffici comunali. A Modena nei 25 giorni di novembre (ultimo dato rilevato ieri mattina alle 11, quindi ulteriormente aggiornabile) sono state presentate 710 richieste, praticamente lo stesso numero dei primi 10 mesi dell’anno (dal primo gennaio al 31 ottobre le Cilas presentate sono state infatti 894). Solo nella giornata del 24 novembre ne sono arrivate oltre 200.

A testimonianza della febbre salita negli ultimi giorni anche a Modena, dal 1 al 10 novembre, data nella quale è stata approvato il decreto aiuti-quater in Consiglio dei ministri, le Cilas approvate sono state 26. Dal giorno dopo l’incremento è stato esponenziale: 684 dall’11 a ieri, per un totale di 710 appunto.

Alla base di questa stretta del governo c’è la necessità di frenare il fenomeno delle ‘richieste in bianco’ quelle cioè di chi annunciava l’inizio lavori salvo riservarsi di scegliere la ditta in un secondo momento. Adesso invece serve l’approvazione definitiva con le spese ripartite tra i proprietari e il nominativo dell’azienda che svolge i lavori. Un modo per frenare l’emorragia di risorse visto che già a settembre le detrazioni maturate avevano sforato quota 60 miliardi, 38 in più rispetto alle previsioni. L’abbassamento del superbonus al 90 per cento consentirà un risparmio stimato in 4,5 miliardi di euro.

"Anche prima di questa rincorsa per presentare domande entro la scadenza – conferma l’assessore all’ubanistica Anna Maria Vandelli – già da mesi il numero di richieste era aumentato in modo consistente: questo è un segnale positivo, perché significa che molti modenesi sono sensibili al tema della riqualificazione energetica degli edifici. Questa attenzione dei cittadini però si ‘scontra’ con una situazione difficile del settore, ormai compromesso negli ultimi due anni a causa delle tante domande e dell’aumento dei costi: presentare richiesta, quindi, non significa automaticamente fare i lavori". Vandelli aggiunge poi una critica alla decisione del governo Meloni "di interrompere l’agevolazione del superbonus senza aver previsto prima nuovi strumenti. Il Consiglio comunale di Modena già da tempo aveva approvato degli ordini del giorno che ne chiedevano la proroga, oltre a una revisione del modello". Occorre inoltre "portare avanti un piano nazionale industriale per mettere il settore dell’edilizia in condizione di formare il personale, lavorare in sicurezza e ottenere velocemente e a giusti prezzi le materie prime: i costi oggi sono lievitati oltre il 30 per cento e non è tutto riconducibile all’incremento dell’energia".

Da gennaio in poi potranno tornare a effettuare interventi agevolati con aliquota al 90% solo i proprietari di immobili utilizzati come prima casa e purché abbiano un reddito familiare entro i 15mila euro. Non sono escluse però novità in Parlamento.