Truffa anziani Modena, torna il finto poliziotto. Ottantenne raggirata

Via Bellinzona, vittima disperata: "Quei gioielli erano i ricordi di una vita"

Il 39enne ha truffato dieci persone tra i 65 e gli 80 anni

Il 39enne ha truffato dieci persone tra i 65 e gli 80 anni

Modena, 17 marzo 2019 - Studiano le abitudini, si appuntano gli orari, imparano a memoria le vie di fuga e i possibili ritorni a casa dei parenti stretti. Si calano alla perfezione nei ruoli che andranno ad interpretare: l’avvocato, il poliziotto, il ‘tecnico’. Quando la somma quasi algebrica di questi elementi dà un esito ai loro occhi abbastanza sicuro, entrano in scena.

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Non lo fanno mai a caso, dunque, tant’è che sono sempre colpi dalla decina di migliaia di euro a salire, esattamente come accaduto venerdì intorno alle 13 in via Bellinzona, quando per l’ennesima volta una anziana sola in quel momento è stata agganciata in strada, raggirata e derubata degli oggetti più di valore che custodiva dentro una cassaforte nel suo appartamento. Ritorna, quindi, quella frase già sentita più e più volte: «Mi hanno portato via i ricordi di una vita».

I truffatori di anziani, quelli con una certa professionalità s’intende, sono tornati a farsi vedere in città. Vittima una ottantenne, finita nel mirino di almeno tre soggetti proprio nel giorno in cui aveva deciso di uscire per andare a fare due passi, un’eccezione alla regola. Il primo truffatore, appunto, l’ha agganciata e seguita fino a dentro l’appartamento, dimostrando appunto una certa professionalità nel riuscire a confondere completamente l’anziana. Tra i complimenti per il pavimento lindo e un «venga a vedere alla finestra dove abito», l’uomo, italiano, alto uno e settantacinque circa, è riuscito a fare salire un complice che è sgattaiolato nell’appartamento, allontanandosi in un baleno con in mano una cornice d’argento contenente la foto del figlio della pensionata.

Il perché? Lo si è scoperto nel giro di pochi minuti. Lo sconosciuto della cornice ha suonato il campanello e si è presentato davanti alla porta con un cartellino artigianale recante la scritta ‘polizia di Stato’: «Signora abbiamo appena recuperato oggetti rubati, mentre – le sue parole – arrestavamo un ladro qui sotto. In mezzo c’era questa cornice con foto. È sua? Sì? Allora dobbiamo verificare che non le abbiano portato via altri oggetti preziosi». Facile immaginare lo stato di agitazione e caos vissuto dalla vittima anziana. Esce il primo truffatore, nell’appartamento resta il finto poliziotto e un altro complice che viene presentato come ‘collega’. L’anziana apre la cassaforte: «Era da tempo che non lo facevo, lì dentro c’erano i ricordi di famiglia. I nostri gioielli. Mi sento tremendamente in colpa», diceva ieri ancora ferita dall’accaduto. Mentre il finto poliziotto continua a tempestare di parole l’80enne, l’ultimo arrivato fa incetta di gioielli, monili in oro, orecchini e anelli. Dopodiché «grazie, arrivederci, le faremo sapere».

In via Bellinzona è intervenuta anche la polizia scientifica, venerdì, per cercare tracce utili ai fini delle indagini. Ovviamente raccontare episodi del genere risulta di fondamentale importanza perché (come già successo in passato) può indurre potenziali eventuali altre vittime a riconoscere determinate dinamiche e quindi a non cadere nelle truffe. Purtroppo, però, questo racconto non è frutto della comunicazione ufficiale della questura, che come ormai da tempo avviene, non rilascia notizie agli organi di informazione a meno che queste non riguardino l’arresto di un pusher o comunque di risultati operativi ritenuti positivi dagli uffici di via Palatucci. E di certo una truffa di questo genere non è, appunto, un risultato positivo.