Fonderie, laboratorio per rigenerare l’area

A gennaio primo incontro in vista del trasloco dell’azienda dalla Madonnina. La zona rientra nel progetto della diagonale ciclabile

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settimane fa il comitato dei residenti aveva alzato nuovamente la voce per chiedere tempi certi sul trasferimento dello stabilimento. E ora il Comune risponde annunciando – per gennaio – il primo incontro operativo tra l’amministrazione, le Fonderie Cooperative e tutti i soggetti portatori di interesse (cittadini della Madonnina compresi) che darà l’avvio al percorso per la rigenerazione e la valorizzazione dell’area di via Zarlati dopo la chiusura dell’azienda, con un vero e proprio laboratorio per definire le soluzioni urbanistiche e progettuali per il futuro del comparto alla luce dello sviluppo della Diagonale. A stabilire la road map è una delibera approvata nei giorni scorsi dalla Giunta: il documento getta acqua sul fuoco delle polemiche confermando la chiusura e il trasferimento delle Fonderie entro il 31 gennaio 2022 (anche prima, se possibile) e fa propri i contenuti del Protocollo d’intesa approvato dal Consiglio comunale lo scorso marzo declinandoli in un programma operativo che coinvolge anche il Consorzio attività produttive, nella ricerca di un immobile adatto al trasferimento delle Fonderie, e Democenter e la Regione nella definizione delle azioni necessarie per reperire i finanziamenti.

La delibera conferma anche l’approvazione dell’Accordo operativo entro l’estate 2020 e stabilisce che la bonifica dell’area venga effettuata subito dopo la cessazione delle attività dello stabilimento. E sottolinea inoltre che il trasloco avverrà anche nel caso in cui si riuscisse a ridurre gli odori fino a renderli non percepibili. Per l’area è prevista un’edificabilità per funzioni artigianali, terziarie e residenziali, con esclusione di attività produttive rilevanti.

Sul tema del lavoro, in particolare, il documento prende atto che la società Fonderie cooperative ha elaborato un progetto aziendale per la riorganizzazione dell’attività che prevede di eliminare le lavorazioni a maggior impatto ambientale, delocalizzandole presso altre fonderie. Di conseguenza è prevista anche la riqualificazione delle risorse umane esistenti, l’assunzione di personale specializzato con riduzione di quello addetto alle mansioni delocalizzate e la riduzione di dipendentisoci con scelte personali, dimissioni e pensionamenti.

vi. ma.